martedì 23 dicembre 2008

Considerazioni 22-12 Post Assemblea nazionale e resoconto dei Nostri 4 mesi di Duro, ma bel lavoro

Ecco delle considerazioni generali andando a toccare alcune tematiche importanti(Assemblea nazionale dei GD, Provare a fare un mini resoconto dell’operato dei Gd della nostra provincia dall’inizio della loro attività ad oggi,varie ed eventuali)


“Care Compagne e Cari Compagni”,
Voglio spiegare che questo era semplicemente una citazione di tutti gli incipit degli interventi all’assemblea dei ragazzi del Sud-italia … Potrà valere poco ai più, ma secondo me quest’inizio è molto caratterizzante e ha una grande portata esplicativa di tante situazioni e disagi della politica giovanile(questo pezzo lo riprenderò nella conclusione delle mie considerazioni) …
Vorrei provare ad analizzare e a riportare i punti salienti delle relazioni di Fausto Raciti (segretario dei Gd) e Walter Veltroni..
- Analisi dell’ Intervento di Raciti

Analizziamo la nostra giovane generazione e analizziamo i 1000 ragazzi che erano a Roma …
tutti ragazzi normali, tutti ragazzi che hanno partecipato e collaborato con altri studenti per le proteste e manifestazioni della cosiddetta “Onda”.Tutti ragazzi che maledettamente credono e sudano per cambiare questa politica, sudano per condividere e discutere di ideali e non di poltrone e poltroncine…

Il Sogno dei Ragazzi di oggi non è chissà quale o chissà cosa; trattasi semplicemente della voglia di realizzare un Autonomo Percorso Di Vita … Avere un lavoro stabile, avere una casa propria e una famiglia!!!Nessun sogno americano o sogno di potere; semplicemente vivere e non sopravvivere…

Un altro tema forte che è stato toccato è quello del ritorno all’emigrazione massiccia dei ragazzi del sud per andare a lavorare al nord… La valorizzazione dell’area euro-mediterranea. Aggiungo io che i ragazzi del sud dimostravano passione,fervore e le palle reali nel sostenere le loro idee anche se non erano idee accolte a larga maggioranza Hanno dimostrato passione, un passione che a volte degenerava, nel sostenere le loro idee e i lori ideali.

Passando all’aspetto prettamente politico; Raciti ha detto cose molto interessanti e che si vanno a collegare con una mail del nostro indirizzario in cui si parlava di giovani e si va a collegare all’idea che i giovani saranno non solo la classe dirigente del futuro, Ma SONO anche la forza del presente…
Una forza che deve essere considerata … Che deve essere coltivata,cercata, ascoltata…
Raciti ha detto 2 cose molto interessanti:

- “No a ragazzi Soldati che lavorano solo per il partito …”
Ovvero no a ragazzi che lavorano tanto facendo il lavoro di radicamento sul territorio, ma sono assenti quando i senior prendono le decisioni … No a ragazzi che lavorano in autonomia e col rischio che l’autonomia possa diventare un margine di isolamento dal resto del partito …
Discorso ed esempio validissimo a tutti i livelli ( dalla camera dei deputati alle regioni e il relativo rapporto con la giovanile e i giovani, ma arrivando fino alle segreterie cittadine e provinciali dove i giovani tante volte hanno il compito di lavorare “sulle vostre tematiche “nei” vostri settori “e con grande autonomia che a volte coincide con una Distanza Abissale con il partito senior…) Su questo intervento la platea ha applaudito univoca senza se e senza ma … Significa che il pensiero e questa condizione è sentita nelle varie regioni d’Italia trasversalmente.

- “Alle prossime Amministrative se vi sarà un Successo o un scossa al nostro partito sarà molto grazie a Noi Giovani …”
E’ un principio che condivido pienamente anche io … è un principio che chi è stato alle riunioni dei Gd ha già sentito dire da me più e più volte…
È verissimo siamo NOI la forza nuova e le persone sentono il nostro entusiasmo e sentono anche le nostre idee pulite e non compromissorie… idee che i capobastone e le vecchie volpi non hanno più perché troppo attenti ai complotti o alla divisione delle poltroncine…




n Intervento Veltroni

Stessa frase,stesse idee e anche simili programmi… ma la verve era diversa..sembrava il Veltroni della campagna elettorale..Sembrava un Veltroni che diceva qualcosa di Centro-Sinistra
Sembrava un Veltroni che ci credeva!!!
Citava alcune frasi clou e canovaccio del discorso di Walter
“Si può cambiare”! (yes,we can)
Chiedersi “Perché no?”cioè perché non si può fare qualcosa?!Se una cosa è giusta la si deve portare avanti e non si può non fare!

Ultima frase: “ E’ meglio un’ottimista che ha torto piuttosto che un pessimista che ha ragione”

Io penso che Bisogna essere lungimiranti più che ottimisti … però bisogna crederci e bisogna sudare per realizzare qualcosa …
Veltroni ha parlato di disuguaglianza sociale e della paura fra le persone … A queste tematiche rimando ai due documenti che Luciano ha inviato, molto interessanti e possibile fonte di discussione e di riflessione.

Veltroni parla di come il Pd debba essere un partito radicato nel territorio, aggiungo anche di come la giovanile debba essere radicata nel territorio.
In contrapposizione a ciò vi è stata la frase sui capobastone e la presa di posizione antigiustizialismo(la condanna di tutti e tutto e sempre) , ma pro giustizia(senso della legalità e del rispetto della costituzione e dei suoi valori in tema di giustizia)!
Fa molto strano che un segretario faccia certi discorsi ,ma Veltroni Stesso parla di come la base debba fare politica, di come sia il territorio a fare politica e non i Dirigenti che devono imporre o meno delle decisioni...
Principio secondo il quale: Se la base fa una buona politica, parla con amici e parenti e se ci si fa vedere e si sostengono delle idee apertamente allora li si che nasce e si sviluppa il consenso …
Consenso che di contro non si sviluppa nelle segreterie di partito e fra le scrivanie.




Tutto ciò è il frutto delle due relazioni e di mie considerazioni che sono miscelate con le relazioni…
Per quanto riguarda l’assemblea costituente in se è stata un’utilissima esperienza!!
Non dico bella perché l’uomo appena sente il potere si avvicina e si rovina.
Infatti dopo 3-4 ore di discorsi, giunti al momento della votazione del sistema per la ripartizione dei membri alla direzione nazionali e varie commissioni, si è rovinato tutto.
Non voglio entrare nel merito reale della situazione che nel pomeriggio si è creata. Semplicemente si poteva giungere ad una sola conclusione(guardandosi intorno nel caos delle persone che si alternavano a parlare con raciti,o con i vari responsabili regionali … tutti intenti a discutere di poltrone e poltroncine, di seggi da assegnare all’una o all’altra zona) che tutto quello che ho scritto o pensato sarebbe da prendere fare un bella palla e buttarla nel cestino (per non essere volgare)
Però anche questo è far politica, ovvero non scendere a compromessi per avere la poltroncina… Ma sapersi muovere e cercare tassello dopo tassello di cambiare qualcosa…
Su questo punto i 2 coordinatori della Lombardia (Mauro Giroletti e Silvia Gadda) sono stati degli ottimi esempi (parlo personalmente) e anche un sostegno e punto di riferimento in mezzo al caos della giornata.



Mi piacerebbe adesso entrare invece nel merito del Gruppo Giovanile della Provincia di Sondrio


Provo a fare una sorta di resoconto annuale … un resoconto molto positivo dal mio punto di vista!
Abbiamo iniziato a camminare delusi dalle politiche con degli incontri con la Elena … nel quale ci siamo conosciuti e abbiamo iniziato a parlare di politica tra di noi …
Ci siamo ritrovati per problemi organizzativi e mancanza di comunicazione alla festa democratica di Bianzone in 4 ragazzi desolati e sconsolati che non sapevano cosa fare se ridere o piangere …
Grazie alla nostra tenacia e in particolare ringrazio a titolo personale davide(“la mia parte moderata”) per esserci stato e per essere stato una delle figure portanti del nostro gruppo…e soprattutto a titolo personale per avermi sopportato con le mie manie e le mie idee a volte troppo particolari…
Ci siamo riuniti di nuovo in sede a Sondrio provando a conoscerci e a vedere cosa ne volevamo fare di questa giovanile, ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti ok, vogliamo sbatterci perché crediamo in un progetto che nasca dalla Base!
Ci siamo guardati in faccia e abbiamo visto che Morbegno era un grande fonte di ragazzi che ci credevano e che con il loro impegno nelle associazioni ci credeva e stava già lavorando da tempo… Abbiamo quindi deciso di avere una doppia cittadinanza ovvero Sondriese-Morbegnese.Anche il muoversi per la valle significa fare radicamento territoriale.
Purtroppo ci siamo trovati con la necessità di fare gruppo subito fidandoci totalmente degli altri e delle idee degli altri a causa dell’organizzazione di queste primarie… Avvenute nel bene e nel male molto presto rispetto alla nascita del nostro gruppo!
Per le primarie abbiamo condiviso delusioni, scocciature, lungaggini formali ma tutto sommato sono state una bella esperienza e soprattutto un ottimo modo per radicarci nel territorio e farci vedere! Ripeto un frase che mi ha detto un anziano a tirano: “Erano decenni che non si vedevano ragazzi di Sinistra in piazza”.
Ecco adesso NOI ci siamo!
Le nostre Primarie sono state la scusa per portare avanti il nostro programma sulla Mobilità Studentesca e sulla carta sconti treno… Molti giovani hanno letto e hanno capito che noi ci siamo… Forse non l’ha ancora capito la provincia, ma spero che insieme ai senior di questo partito potremmo far partire una lettera d’intenti sottoscritta da tutti i gruppi… e non singolarmente da ognuno come si è fatto in precedenza!
Colgo l’occasione per dire che mi piacerebbe una maggior interdipendenza e intercomunicazione tra i giovani e i senior … Spero che tramite il nostro inserimento nel vostro indirizzario si possa procedere ad una maggiore conoscenza e un maggior rapporto che non si limiti a quelle sporadiche comunicazioni tra me e il Segretario o Il Giò Curti.

Tornando alle primarie e ai dati che tanto piacciono a chi sta nei piani alti: I giovani democratici della provincia di Sondrio hanno portato il quarto risultato a livello di preferenze sulla regione e soprattutto un bene alla mia tirano che ha risposto all’appello e a Morbegno … Una considerazione su Sondrio, nella quale solo 8 persone sono andate a votare, è stata drammatica non solo per lo scarso radicamento di noi giovani nel capoluogo
… Forse perché c’è qualcosa che non va nel consenso generale o forse perché il capoluogo è troppo poco maturo a manifestazioni politiche del genere …

Alcuni di noi hanno fatto un’esperienza di 3 giorni a Strasburgo,parlamento europeo( critica per l’organizzazione, le altre province si erano preparate in 2 mesi e noi giovani di Sondrio abbiamo ricevuto la comunicazione solo 3 settimane prima).
Una Bella esperienza che ci ha fatto aprire agli altri giovani della regione … Ci siamo fatti vivi , ci siamo fatti conoscere e abbiamo parlato a lungo con altri ragazzi che avevano la nostra stessa voglia: Parlare di Politica Sana,pura senza correnti o dietrologie di partito!!!
Vorrei ringraziare il Giovane e Il Maturo: Simone Benazzo e Il Michele Iannotti.
Il Primo perché un ragazzo che fa le superiori con così tanta voglia di sapere e desideroso di conoscere non è facile incontrarlo..E grazie alle sue domande e ragionamenti si potrebbe imparare in tanti.
IL Secondo perché in quei 3 giorni ci ha parlato di politica, di come si fa politica e di come si parla alle persone..tanti piccoli racconti e insegnamenti e consigli che sicuramente ci sono serviti e ci servono!
Confido particolarmente su di lui per la possibile scuola Di Formazione per amministratori(Punto sul quale noi GD teniamo in modo particolare … Le altre province lo fanno, noi perché no?!ne riparleremo agli inizi di gennaio) .


Nell’ultimo periodo Abbiamo abbozzato dei gruppi di lavoro per gestire e programmarci meglio su più tematiche e settori… Per crescere e farci conoscere.
Area stampa e comunicazioni; Rapporto con gli enti locali; Rapporti con le associazioni del territorio. Pochi gruppi ,ma carichi di interessi e importanza!

Penso che fare dei gruppi di lavoro che funzionano e che lavorino veramente sia la marcia in più per un movimento che voglia radicarsi e che voglia lavorare bene e in modo snello…

Andiamo e guardiamo al 2009 per continuare nel nostro lavoro; per conoscere e rapportarci meglio con i senior del nostro partito in un clima di intercomunicazione e intercollaborazione …
Va bene l’autonomia, ma che quest’autonomia non si trasformi un due posizioni diverse e differenti ognuno che concorra da sola… Voi potete donarci e passarci molta esperienza e noi di contro spero e penso possiamo passare una ventata di aria fresca e nuova, insomma una ventata d’entusiasmo per chi magari non crede più in un partito e nella frase : YES, WE Can!
Per questo in analogia del Sistema Nazionale Del Pd proporrei che nella segreteria del Pd Provinciale Ci sia un membro o il Segretario dei Gd(a gennaio istituiremo anche noi un segretario dei Gd con una votazione e una riunione pubblicizzata anche a chi non fa ancora parte dei Gd, Insomma un sorta di congresso pubblicizzato nel nostro piccolo,penso di poter parlare a nome di tutti noi). A livello Nazionale è già così…

Guardiamo al 2009 per continuare la nostra attività di radicamento sul territorio, un radicamento il più possibile itinerante per tutta la superficie della Valtellina…
Un radicamento che si attuerà anche con l’inizio del lavoro dei gruppi di lavoro..Il gruppo del rapporto con gli enti locali si è già prenotato per un primo incontro con l’amministrazione di Sondrio… IL gruppo rapporto con le associazioni si sta facendo sentire con il gruppo mobvalt di cui stiamo aspettando segni di vita…

Guardiamo al 2009 con la speranza di poter realizzare una prima festa dei Gd in provincia che tratti e sviluppi delle tematiche interessanti e allo stesso tempo low cost come il nostro Segretario ci raccomanda …

Riprendo l’incipit dicendo che guardo al 2009 per una politica che sia fatta ,sia nel nostro piccolo che e soprattutto nel grande della politica romana, più di compagni e compagne con cui condividere la voglia di far politica insieme e in modo sano e salutare piuttosto che una politica fatta di singoli individui che parlino come soggetti isolati e che non si sentano minimente compagni di un’ avventura riformatrice e democratica come quella che ,in teoria, si propone di attuare il PD!

Quindi
Care Compagne e Cari Compagni
Buon Natale

Grazie per l’ascolto
Giuseppe Bufalino



P.S: Per Il gruppo dei GD ci troviamo ,per scambiarci gli auguri e parlare e mangiare un po’, alle 19.45 del 28 dicembre all’iperal si sondrio per poi avviarci alla volta di Castione ( trattoria Grisun)
Considerazioni sulla Prima Assemblea Nazionale dei Giovani Democratici
Nel raggiungere la Capitale, sentimenti contrastanti mi animavano: da una lato, non mi aspettavo nulla dalla prima Assemblea nazionale dei giovani democratici, convinta che i grandi numeri non avrebbero facilitato il confronto; dall’ altra, un barlume di speranza nascosto nel profondo e che forse non volevo comunicare neppure a me stessa mi incoraggiava a vivere al meglio la giornata romana che mi attendeva.
Nel corso della giornata gli interventi sono stati molteplici (dai tre segretari non eletti a Roberto Speranza e Pina Picierno, passando per una moltitudine di ragazzi provenienti da diverse regioni italiane), ma quelli che mi hanno più colpito sono stati i discorsi tenuti in mattinata da Fausto Raciti e Walter Veltroni. La mia preferenza per queste due riflessioni è dovuta, oltre che per i contenuti, per il clima nel quale si sono svolti, con una platea attenta e coinvolta. Il clima pomeridiano ha infatti subito una sorta di degenerazione, dovuta da un lato all’ utilizzo da parte di alcuni partecipanti, di toni accesi e ed eccessivi e dall’ altro alle discussioni interne sorte in merito alla votazione del sistema per la ripartizione dei membri della direzione nazionale. Questi dibattiti al momento della votazione mi hanno disgustato, perché dopo un’ intera giornata trascorsa a parlare di rinnovamento, mi sono sembrati sterili e fuori luogo molte polemiche dovute alla spartizione di poltrone e poltroncine.
Tutto sommato, nonostante queste alterazioni del clima, la partecipazione all’ assemblea costituente è stata per me un’ esperienza positiva, che mi ha dato modo di confrontarmi con realtà differenti dalla nostra (quali possono per esempio essere quelle del sud Italia) e mi ha regalato piacevoli momenti di condivisione.



Per quanto riguarda gli interventi all’ assemblea; il primo, quello del segretario dei Giovani Democratici Fausto Raciti, ha supportato le mie speranze poiché ha rimarcato, nelle sue battute finali, la fondamentale importanza, per tutti noi, del diritto alla speranza, che in più occasioni nel corso della storia è divenuto forza motrice di cambiamenti.
Il nostro Segretario, in seguito a diversi riferimenti all’ odierna situazione di crisi, si è soffermato sul ruolo della nostra generazione in questo contesto. Una generazione che sarà il futuro, ma che è anche la forza del presente. Una generazione che vuole essere raccontata e che si racconta attraverso il sogno negato di lavoro, casa e famiglia.
Raciti, dopo aver evidenziato il valore del territorio, ha analizzato le difficoltà legate alla questione morale sottolineando la necessità di una risposta forte da parte del Partito Democratico.
Il Segretario ha poi rimarcato l’ importanza, nel processo di rinnovamento del Partito, dell’ autodeterminazione di ognuno, così che i giovani possano emergere per quanto valgono e non per affermazione di diritti di successione di vario tipo.
Nel concludere Raciti ci ha investito di molta responsabilità affermando che se alle prossime Amministrative vi sarà un successo da parte del nostro partito sarà soprattutto grazie a noi giovani e auspicando che la nostra sia una generazione di guerrieri, e non di soldati.

Il secondo intervento, che mi ha favorevolmente impressionato, è stato quello del Segretario del Partito Democratico Walter Veltroni. Idee e intenti simili a quelle di Raciti, ma con una verve differente, più consapevole e matura. Veltroni sembrava diverso dal solito; non nominava Berlusconi come “il principale esponente dello schieramento a noi avverso“, anzi rispondeva perfettamente alle mie aspettative (nel mio intimo infatti continuavo a chiedergli di “dire qualcosa di sinistra”) : era accanito, passionale, deciso ad esprimere con forza le proprie idee e a tener vivi sogni e speranze.
Veltroni si è soffermato sulla piaga della disuguaglianza sociale e sulla necessità di un’ innovazione riformista che si basi su una rete di finanziamenti mirati all’ istruzione (“education is the key”), su tematiche ambientali, legalità ed etica della responsabilità.
Dopo la lettura di uno striscione appeso da alcuni ragazzi che recitava “Walter tieni fuori corrotti e corruttori”, la presa di posizione da parte di Veltroni è stata forte e decisa: egli ha sottolineato che vuole un Partito Democratico di gente per bene, senza capibastone ma a favore di giustizia e legalità, e non del giustizialismo.
L’ intervento di Veltroni si è infine concluso con un discorso sulla rilevanza della politica a livello territoriale. Il Segretario ha infatti precisato come sia fondamentale il contributo territoriale nel far politica, così che le decisioni non siano calate dall’ alto, bensì ragionate e condivise da un consenso che nasce e si sviluppa nella base della buona politica, e non nelle segreterie di partito.



Gli interventi di Raciti e Veltroni mi hanno dato molto sia dal punto di vista umano che politico: mi sono ritrovata nelle tematiche affrontate e i due Segretari mi hanno portato ad avere maggiore fiducia in una possibile stagione di rinnovamento a cui prender parte con forza.
Inoltre, il fatto che entrambi abbiano sottolineato l’ importanza a livello politico, del territorio, mi ha sostenuto nel desiderio di condurre con sempre maggiore energia l’ esperienza del nostro gruppo da poco nato, nella convinzione che dobbiamo essere espressione di novità e sempre più farci conoscere a livello territoriale, perché molti altri giovani potrebbero unirsi a noi nella creazione di un percorso comune.
Altro tema toccato da entrambi è stato quello della speranza e dell’ ottimismo- mi è qui sembrato di sentir parlare due giovani (non, si intende, che Raciti e Veltroni siano degli anziani..), due tre noi con il cuore colmo di speranze. Sì, perché le speranze in me si agitano sfiorandosi l’ una con l’ altra, ma sempre timorose di essere spazzate via dalla politica; e quando invece la politica le accoglie e le supporta, si rincuorano vicendevolmente.
In riferimento alla nostra realtà, mi è sembrato di grande interesse il monito di Raciti a divenire una generazione di guerrieri e non di soldati; una generazione di ragazzi che prendano parte anche ai processi decisionali delle proprie realtà, non restando in disparte con il rischio di incorrere in una sorta di isolazionismo, ma combattendo perché le proprie idee siano ascoltate e discusse.
Le prese di posizioni di Raciti e Veltroni sono state forti, reali e decise e hanno consegnato a noi giovani una grande responsabilità: quella di essere, oltre che il futuro, sul quale un investimento potrà dare grandi frutti; il presente, un presente che deve essere la forza del suo tempo e manifestarla in tutte le sue sfaccettature.


Scusatemi per l' interminabile intervento, spero di non avervi annoiato troppo...
Buonagiornata a tutti!
Marghe

mercoledì 17 dicembre 2008

Sondrio, 17 dicembre 2008


Comunicato stampa relativo ai nuovi orari treni


Noi Giovani Democratici siamo sconcertati dal modo in cui si stiano trattando gli studenti valtellinesi e valchiavennaschi sulla mobilità: se prima è stata tolta la Carta sconto treno agli studenti universitari, oggi gli studenti delle scuole superiori si trovano a dover affrontare disagi non indifferenti a causa dei cambiamenti negli orari dei treni.

Infatti, ai nostri studenti toccano lunghi tempi di attesa, sia all’andata che al ritorno, comportando un eccessivo allungamento del viaggio quotidiano tra casa e scuola. I disagi non finiscono quì, poiché alcuni treni delle fasce d’orario di punta sono stati soppressi e sostituiti con servizi su gomma, i quali non riescono a sopperire alla domanda delle utenze, mentre i treni nelle fasce d’orario di minore utenza sono stati inspiegabilmente mantenuti.

È vero che al Tavolo di programma degli orari siedono Trenitalia e la Regione, ma la Provincia avrebbe potuto fare sentire il suo peso politico e chiedere il ripristino degli orari, facendosi carico del malessere ingenerato nei pendolari valtellinesi e valchiavennaschi, un’utenza che non si limita solo agli studenti, ma che riguarda l’intera popolazione del nostro territorio. Già abbiamo due linee ferroviarie maltrattate, a binario unico, con treni vecchi, sporchi e fatiscenti, adesso anche il nostro servizio di trasporto ferroviario ci è stato modificato in senso peggiorativo, a scapito dei nostri utenti. Chiediamo alla Provincia di fare lo sforzo e di farsi sentire presso la Regione e Trenitalia ed esigere che questi servizi di trasporto vengano ripristinati.

I Giovani Democratici della Provincia di Sondrio

giovedì 4 dicembre 2008

Come si fa a riscrivere la storia...

Chiedetelo a Bush...
Un'altro triste capitolo dell'amministrazione Bush...
Ho letto questo reportage e ne sono rimasto colpito...sbalordito direi...
vi posto solo il link:
http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/bush-iraq/casa-bianca-storia-aggiustata/casa-bianca-storia-aggiustata.html

Mi ha colpito anche a causa dei miei studi internazionalistici che pongono diversi dubbi sulla guerra preventiva e altre stranezze in tema di guerra e diritto internazionale da parte della super potenza USA...
Dal Nicaragua all'Iraq...
ciao ragazzi
Giuseppe

lunedì 1 dicembre 2008

Gd Sondrio su YouTube.




Creato l'account [gdsondrio] su youtube!
Per chi volesse contribuire con video, inchieste, richieste ecc. scriva a gd_sondrio@libero.it

Davide!

venerdì 28 novembre 2008

Giovani Democratici: lettera aperta al presidente Provera e all'assessore Carabini.

Sconti ferroviari, una tematica largamente condivisa da tutti gli studenti universitari.

In risposta alle dichiarazioni apparse sui quotidiani locali , noi Giovani Democratici sentiamo il dovere di sottolineare che, la nostra richiesta in merito agli sconti sui treni sia una questione che va al di là dell’appartenenza politica e che riguarda la tutti degli studenti universitari valtellinesi e valchiavennaschi. Ci auguriamo che le istituzioni territoriali, in particolare la Provincia, si occupino del problema e se possibile organizzino un’incontro per parlare e confrontarsi con le varie parti coinvolte.
Tuttavia, le dichiarazioni fatte dall’Assessore Carabini e dal Presidente Provera, e pubblicate sui quotidiani e periodici locali nei giorni scorsi, fanno emergere delle contraddizioni nella posizione della stessa Giunta Provinciale: Prima l’assessore Carabini reindirizza le accuse al Partito Democratico; Poi il Presidente Provera assicura “che non ci siamo fermati, su questo tema” (“Sconti sui treni, ci stiamo provando”, La Provincia, 27/11/08) e che la Giunta Provinciale sta lavorando con la Regione per valutare se “si possano ‘ritagliare’ delle condizioni di favore per i ragazzi”.
Ci fa piacere la presa di posizione del presidente Provera soprattutto a seguito delle inesatte e politiche considerazioni dell’assessore Carabini . Non comprendiamo, allora, perché si sia tardato ad annunciare quest’importante impegno. Ci sfugge però il nesso tra le sue dichiarazioni e le dichiarazioni dell’assessore della Sua Giunta, Carabini, che erano di tutt’altro indirizzo e impostazione.
Detto questo, riteniamo sia doverso evidenziare alcune imprecisioni nelle dichiarazioni dell’assessore Carabini: lo sconto del 30% sull’abbonamento annuale, agevolazione di cui si poteva usufruire l’anno scorso, non ha riscosso il successo sperato perché è stato malconcepito. E’ sufficiente notare che l’abbonamento annuale dura 12 mesi ed è utilizzabile quotidianamente, mentre gli studenti valtellinesi frequentano l’università per circa 9 mesi e tornano a casa, in Valle, al massimo una volta alla settimana. Notiamo come le agevolazioni per gli studenti universitari siano state in parte reindirizzate altrove, ma è alrettanto giusto sottolineare che le agevolazioni per Studenti Universitari sono quasi sparite. Infine, ci è stato replicato che le borse di studio emesse dalla Provincia stessa sono aumentate da 1000 a 1500 euro: è vero, ma contemporaneamente il numero di borse erogate è diminuito di un terzo (da 100 a 66). La conseguenza è che la spesa della Provincia in agevolazioni e incentivi per studenti si è ridotta di quasi la metà. Anche questo va a favore degli studenti valtellinesi?
Siamo disposti a collaborare per giungere ad un esito positivo, tuttavia attendiamo delle risposte e, cosa gradita, dei provvedimenti a riguardo.


I Giovani Democratici vogliono ringraziare tutti i giovani per la partecipazione alle primarie di Sabato 22 Novembre … In queste primarie la tematica affrontata nei vari gazebo sparsi per la valle è stata per l’appunto la tematica della mobilità studentesca…

Abbiamo visto come questa tematica sia una tematica largamente condivisa da tutti gli studenti universitari.
Volevamo comunicare ai votanti gli eletti agli organi costituenti nazionale e regionali del movimento Giovani Democratici
Gli eletti per la nostra provincia sono: per l'assemblea regionale Davide Roncaioli, Cristina Gusmeroli, Fabio Lombardini e Giulia Ciapponi. Per quanto riguarda l'assemblea nazionale: Giuseppe Bufalino, Margherita Giordano e Giacomo Ciapponi.

martedì 25 novembre 2008

Considerazioni 25-11 Post Primarie

Ciao ragazzi
dopo le primarie ho latitato per due giorni dal commentare e rispondere alle mail perchè ho dovuto preparare quell'assemblea d'istituto sulla mafia e legalità a tirano..Devo dire che dopo aver parlato e tenuto banco per un bel po di ore sono nettamente soddisfatto...Soddisfatto per il taglio storico e di documentazione che ho dato,per un taglio molto passionale e coinvolgente e soprattutto per l'attenzione che in 2 giorni ho ricevuto da 700 studenti circa(dal liceo alle professionali) in più la gratificazione di quei grazie e di quelle strette di mano da parte di ragazzi che non conosco e che non avevo mai visto...E' stato una bella esperienza anche se nutro diversi dubbi sulle mie capacità e sulle mie qualifiche per parlar di mafia..sinceramente anche dopo questa assemblea mi sento assolutamente inadatto e inqualificato...

-Primarie
I dati sono chiari 91 votanti e un dato è lampante 7 votanti a Sondrio...
ecco questa è una cosa che mi ha fatto pensare molto...7 votanti a Sondrio è drammatico significa che bisogna ripartire principalmente da sondrio e organizzarci e conoscere le varie realtà delle associazioni e delle amministrazioni in primis di Sondrio.
L'altro problema evidente è che momentaneamente nel nostro gruppetto mancano dei ragazzi di Sondrio e quindi manca un po di radicamento effettivo fra i giovani di Sondrio.
Per il resto sono soddisfatto nel momento in cui vedo i dati delle altre province: lecco 82 votanti, varese 50, como 140
In pratica noi nel rapporto tra abitanti-votanti abbiamo fatto grandi numeri e un buon lavoro per essere un gruppo neonato.
Ecco purtroppo questi grandi numeri sono anche l'altra parte della medaglia di un flop evidente di queste primarie...almeno per quanto mi pare 5000 votanti in lombardia sono un po pochini...anche l'assenza nei media di queste primarie dei giovani democratici mi fa pensare..
Per quanto comunque questo movimento può servire molto per dare un po di ventata di novità alla politica...
Per noi che ne abbiamo ampiamente parlato queste primarie non erano la priorità,la nostra priorità e tematica forte era ed è la mobilità studentesca.Andando a vedere i comunicati abbiamo suscitato un bel po di movimento bilaterale.
Tanti giovani anche padani convinti si rendono conto di come questo sia un problema di tutti e danno adito e merito di aver ritirato fuori questo argomento.
La provincia ha risposto con un comunicato sregolato e a dir poco bislacco e molto politico..
Il partito senior ha risposto con 2 comunicati precisi e puntuali, dobbiamo cercare di non far spegnere il fuoco..e questo lo si può fare coordinando le nostre iniziative con i consiglieri provinciali del pd che in primis hanno sollevato la questione!
Inoltre ho sentito che è stato fondato un comitato studentesco valtellinese appunto per questa tematica, se ne sapete qualcosa in più sarebbe buono prendere dei contatti e cooperare e interloquire con questo comitato..
Per queste primarie e per come ci stiamo muovendo faccio i complimenti a tutti voi e anche a chi ci ha sostenuto,con l'invito di continuare su questa strada.

-Organizzazione
Allora proporrei di fare la riunione sabato prossimo cioè il 6, molto probabilmente io non ci sarò, però vediamo se riusciamo ad essere un po numerosi!
Una proposta organizzativa è quella di iniziare a pensare a come strutturare dei gruppi "specializzati" ossia un gruppo che si occupi prettamente nella gestione dei rapporti con la stampa e nella stesura dei comunicati, che sono il frutto delle nostre opinioni e delle nostre considerazioni. Un gruppo che si occupi nell'incontrare e confrontarsi con le associazioni sul territorio, in quanto è fondamentale cercare di confrontarsi ed integrare le 2 esperienze quella sociologica-politica e quella delle associazioni...cercando così di lavorare su diversi progetti insieme, radicandoci così ancora di più sul territorio.
Un gruppo che tratti e si relazioni con gli enti locali( in particolare gli amministratori di Sondrio che stanno portando avanti diversi progetti molto interessanti e molto vicini alla cultura aperta dei giovani).
Credo che questo sistema a gruppi sia più snello e ci crei una maggior possibilità di radicamento e un maggior numero di incontri specializzati(i cosìdetti gruppi di lavoro).
Fermo restando la necessità di incontrarci fisicamente e virutalmente tutti insieme il maggior numero di volte possibile!!!

-Cosa fare?

Di cose da fare ne abbiamo tante...
A malincuore valuto l'impossibilità di riuscire ad organizzare una festa-evento culturale nel periodo natalizio, non abbiamo il tempo materiale per organizzare una tematica,studiarla e contattare degli ospiti..
Proporrei di fissare un periodo per questa festa-evento verso marzo-aprile!!

A Strasburgo abbiamo promesso ai giovani lecchesi e comaschi di conoscerci meglio venendo da realtà relativamente simili e contigue e anche per fare un semplice momento di aggregazione.
Il tutto con una pizzoccherata in compagnia in periodo natalizio..secondo me ci può stare anche per fare una tavola rotonda per confrontarci un po sul nostro lavoro e problemi nel territorio e non solo...

Inoltre abbiamo un'incontro che abbiamo promesso alla nostra Elena e alla figura a tanti ignoti(di sicuro non a me e a davide e neanche ai senior) di Luciano..
Due ragazzi che hanno dato un bel contributo e danno anche se a distanza un bel sostegno alla giovanile...Se non ci fosse stata la Elena, non so se io sarei stato qua a scrivere queste considerazioni!

Oltre al dialogo con i vari enti e comitati e associazioni mi piacerebbe organizzare una tavola rotonda con gli altri gruppi politici giovanile della valle(mi dicono che c'è qualcosa del pdl, e della lega)
So che a tanti di voi magari sembrerà una proposta strana,ma penso che parlare e confrontarsi con gli altri sia una cosa necessaria per capire i punti di divergenza e di convergenza...Il dialogo in politica è la prima cosa...Sarebbe oltretutto una grandissima mossa politica!

Inoltre sarebbe interessante, in questi mesi di grande gelo,organizzare una serie di incontri cineforum andando a colpire alcune tematiche clou... oppure fare un cineforum itinerante sulla storia d'Italia con 4 incontri circa...Avremmo tutto il mese di dicembre per pensare e per contattare dei relatori...Sarebbe bello che in gennaio e febbraio potesse partire questo cineforum per poi culminare nella festa-evento culturale!
Il rischio del flop è altissimo, per questo motivo bisogna ragionare bene e organizzarlo bene!

Ultima proposta è indirizzata in modo diretto ai senior del parito,per questo motivo sarebbe bello rigirare queste considerazioni a tutto l'indirizzario del partito.
Tanti di noi hanno avuto diverse proposte per le amministrative(ricordo morbegno,chiavenna c'è qualcosa che circola, tirano ed io si sta a vedere i movimenti)...Sarebbe interessante oltre che utile e vitale organizzare una scuola di formazione per amministratori locali così da far avere a noi giovani,ma penso anche a tanti senior, la percezione reale di cosa voglia dire amministrare un comune...
E' necessario non solo nella misura in cui alcuni di noi giovani andranno a candidarsi per le amministrative comunali( senza formazione si va solo sulle ali dell'entusiasmo e si rischiano di fare tante boiate), ma anche nella misura in cui ci sono diverse persone interessate a capire come funziona un comune e come si amministra un bilancio,per fare un'esempio.
Ecco è anche chiaro che noi giovani non abbiamo le competenze per organizzare una scuola di formazione di questa portata, ecco perchè rivolgo questa proposta ai senior del partito e chiaramente agli amministratori delle varie realtà valtellinesi.
Per fare un'esempio sia a Lecco che a Como, hanno organizzato questa scuola di formazione ed è stato un grande successo!


Attendo delle risposte sulla tanta carne al fuoco che ho messo...

Ciao ragazzi
Giuseppe

sabato 22 novembre 2008

Risultati Primarie

Ciao si sono chiuse queste odiate,ma anche utili, primarie:
i risultati sono stati non ecclatanti però buoni per essere neonati e per essere in un territorio difficile...Preferisco commentare tutto alla fine!

Votanti 91
sondrio 7
chiavenna 14
morbegno 24
tirano 46


Assemblea Regionale: Davide Roncaioli 37 Cristina Gusmeroli 31
Fabio Lombardini 23 Giulia Ciapponi 14

Assemblea Nazionale:Giuseppe Bufalino 63 Margherita Giordano 35 Giacomo Ciapponi 26


Domenica posterò il mio commento e analisi su queste primarie...
ciao Giuseppe

giovedì 20 novembre 2008

Primarie Giovani Democratici 21-22 Novembre

Candidati all'assemblea Regionale:

Giulia Ciapponi
Cristina Gusmeroli
Fabio Lombardini
Davide Roncaioli


Candidati all'assemblea Nazionale:

Giuseppe Bufalino
Giacomo Ciapponi
Margherita Giordano







Ore 23.40
A tirano,unico seggio del venerdì nella provincia di sondrio si è così votato per il segretario nazionale...
totale voti 26
schede bianche 16
schede nulle 1

preferenze per i candidati:
Dario Marini 1
Giulia Innocenzi 1
Salvatore Bruno 2
Fausto Raciti 5


elezione con un'affluenza media di ragazzi delle superiori e pochi lavoratori..interessati ai singoli candidati zonali e all'iniziativa informativa sulle ex agevolazioni per la riduzione del biglietto per gli studenti universitari.

C'è da constatare una disinformazione e un non riconoscimento generale in nessuno dei candidati alla segreteria dei Giovani Democratici.
Questo fa vedere come sia difficile far politica e far politica territoriale sul territorio valtellinese...Nessuno dei candidati si è presentato in Provincia ne mai ha fatto richiesta di presentarsi nella nostra provincia...
Con una certa vena critica e sconfortata annuncio e verbalizzo questi risultati!!!
Domani abbiamo tanto da fare nei nostri territori,mi raccomando facciamoci sentire...parlando con le persone, la popolazione non aspetta altro che vedere persone che parlano con loro di politica, dei problemi dei ragazzi ma anche dei padri e delle madri...Abbiamo una grande responsabilità!
ciao ragazzi
Giuseppe
YES,WE CAN



Ogni giovane tra i 14 e i 29 anni potrà partecipare alla costituzione dell'organizzazione giovanile del Pd, votando presso il seggio più vicino alla propria residenza, nelle date 21-22 novembre;
Sondrio (sabato Gazebo in piazza Campello),
Chiavenna (sabato Gazebo in piazza Pestalozzi),
Tirano (venerdì Gazebo centro commerciale )
Morbegno (sabato Piazza San Antonio).
Saranno presenti ai gazebo i Giovani Democratici della provincia.

Invitiamo tutti i ragazzi interessati a partecipare alle votazioni.

venerdì 14 novembre 2008

A quando lo sconto sul biglietto del treno per gli studenti?


La protesta dei Giovani Democratici: 'Da quest'anno chi studia all'università deve pagare l'intera cifra del biglietto, senza più riduzioni'.

Una delle spese più onerose che una famiglia con figli universitari deve sostenere è quella dei viaggi in treno per raggiungere le città dove si studia. Gli studenti da quest'anno sono tenuti a pagare l'intera cifra del costo del biglietto, senza alcuna possibilità di ottenere sconti "periodici" (sugli abbonamenti) o sul singolo biglietto. Fino a non molto tempo fa (due anni per l'esattezza) esisteva la possibilità (per i soli studenti universitari) di avere la riduzione del 30% sul costo del singolo biglietto grazie ad un accordo stipulato tra Trenitalia e la Provincia di Sondrio. L'anno scorso, nonostante la provincia abbia versato all'azienda responsabile dei trasporti una cifra più elevata, era stato tolto lo sconto sul singolo biglietto, ma esisteva comunque la possibilità di pagare meno sull'abbonamento annuale. Certamente era meno conveniente rispetto all'accordo precedente, ma si trattava comunque di una possibilità di risparmio per gli studenti che si spostano tutte le settimane (o tutti i giorni). Quest'anno invece non è più previsto alcuno sconto per studenti universitari. A noi del gruppo dei "Giovani Democratici" sembra inaccettabile che, nonostante le numerose proteste da parte degli studenti e dalle loro famiglie, l'Amministrazione provinciale e regionale non abbiano più fatto sapere nulla e non si sia ancora giunti ad un accordo che vada VERAMENTE a sostegno di chi viaggia in treno per poter crescere culturalmente ed imparare un mestiere. Vorremmo quindi che qualcuno dia le risposte che ci spettano, come studenti.


Ricordiamo inoltre tutti i ragazzi dai 14 anni in su che durante i giorni 21-22 novembre presso le città di Sondrio, Chiavenna, Tirano e Morbegno saranno presenti dei gazebo dei Giovani Democratici per le elezioni primarie dei rappresentanti regionali e nazionali dei "giovani del Partito Democratico". Invitiamo tutti i ragazzi interessati a partecipare alle votazioni.


Gruppo dei "Giovani Democratici"

domenica 9 novembre 2008

Scarica e Diffondi il Volantino!

Per il Diritto allo Studio
degli Studenti Universitari Valtellinesi!





P.S.
Aggiornamento Blog!

Chi volesse partecipare con idee, sondaggi link '-------------------->gd_sondrio@libero.it
Per il volantino in formato PDF '-------------------->gd_sondrio@libero.it

Buona Domenica a tutti!
(La Binetti non l'ho votata io eh! :-)!)

Davide!

venerdì 31 ottobre 2008

Considerazioni sul grande incubo

Ciao ragazzi,

dopo varie analisi,osservazioni,appuntamenti mancati fra noi giovani democratici … ho pensato fosse utile scrivere a far nascere un dibattito su diverse tematiche che ho individuato e alle quali ho rivolto maggiormente le mie analisi e le mie attenzioni…
Le tematiche sono:
-Gruppo giovani democratici della provincia di Sondrio (in relazione a cosa possiamo fare,a cosa abbiamo puntato e a varie situazioni che dobbiamo programmare e/o delineare)
-Politica nazionale (in particolare università e relativa legge 133/08,decreto Gelmini , Manifestazione salva l’italia a Roma, scandalo elezione del garante rai e Legge elettorale per l’europarlamento)
-Politica Territoriale(scandalo appalti e situazione della convenzione fra provincia e Trenitalia per agevolazioni agli studenti universitari fuorisede)
-Elezioni americane del 4 Novembre

GIOVANI DEMOCRATICI

Purtroppo a causa dei nostri numerosi impegni e della nostra dislocazione in due differenti città universitarie non siamo ancora riusciti a ritrovarci dopo l’incontro fatto a morbegno post rinvio delle primarie …
Intanto abbiamo creato un blog al quale dobbiamo dare molta più vita … abbiamo creato un google groups che momentaneamente è inoperoso nessuno scrive … abbiamo creato un gruppo su facebook.
Insomma i mezzi operativi per tenerci in contatto,per discutere dei problemi del paese e quindi confrontare le nostre opinioni,per proporre qualcosa,qualche tematica da affrontare nelle riunioni … Per scrivere degli articoli da mandare sui vari giornali per farci conoscere …
Il gruppo giovanile che spero di riuscire a costruire tutti insieme è un gruppo in cui anche senza trovarci proviamo a far emergere le nostre idee via mail o blog … proviamo a dare vita a dei dibattiti politici e socio-culturali...Non un gruppo calendarizzato che si incontri solo ogni tot settimane e basta..!
Alla riunione del 18 a parte il discorso primarie,di cui parleremo da giorno 4 novembre(giorno della riunione del regionale in cu si può capire meglio di queste primarie e dell’organizzazione in se) in avanti, abbiamo parlato anche di quale poteva essere la nostra attività di lancio,la nostra tematica principale sulla quale informarci e tramite dei volantini,dei gazebo, presentarci al pubblico … Tema della carta sconto treno e della convenzione,ormai fantasma, fra provincia e Trenitalia che permetteva delle agevolazioni sui biglietti del treno agli studenti universitari …
Davide ed Io abbiamo preparato un volantino che penso sia girato nelle vostre mail e del quale però non abbiamo più notizie … speravamo in un parere,delle critiche,delle modifiche … ma niente!Nel caso in cui il volantino dovesse andare bene così alla riunione dell’8 novembre ce lo consegniamo e poi nelle settimane proviamo a distribuirlo … e allo stesso tempo è fondamentale scrivere un articolo sulla nostra posizione,sul perché di questo volantinaggio e su quale iter vogliamo seguire per ottenere una risposta dalla provincia(io proporrei un’incontro con i consiglieri provinciali del pd che già hanno fatto diverse mozioni e lettere aperte su questo tema).
Sempre parlando di Giovanile c’è da pensare a programmare e sviluppare una possibile cena tematica che possa svolgersi nel periodo delle feste di dicembre … Una specie di festa dei Giovani Democratici in cui dando un tema di fondo riusciamo a gestire oltre al semplice momento di cena anche delle iniziative interessanti che possano far conoscere il nostro gruppo a realtà e gente che non si avvicinerebbe mai spontaneamente ad un gruppo che trae la sua nascita da un movimento politico …
Ancora parlando di giovanile credo necessaria una struttura di gruppi di lavori!!Chiaramente dopo questo nostro primo periodo di lavoro e assestamento..(che potrà durare fino a gennaio) dovremmo fare dei gruppi di lavoro su varie tematiche( cineforum,scuola di formazione,incontri ed eventi vari,situazione politica territoriale,…) e su vari aspetti organizzativi(rapporto con le associazioni,rapporti con gli enti-amministrazioni locali,rapporto con la stampa)
So di aver tralasciato tante cose ma sul gruppo giovanile questi spunti mi sembrano abbastanza da far partire una discussione…
Fissiamo però la data dell’8 novembre in sede a sondrio così per farla vedere a chi non l’ha ancora vista e per la necessità di farci vedere anche dai senior e far sentire nostra la sede,da vedere sarà l’orario e magari un possibile pranzo insieme molto informale o un’aperitivo a seconda dell’orario di questa riunione…




POLITICA NAZIONALE
Situazione nazionale …. da dove iniziare? Ebbene si di cose ce ne sono tante … purtroppo mi sembra di vivere un incubo da un po di mesi e spero veramente che tutto ciò non sia vero,ma solo il frutto dell’immaginazione degno del più ingegnoso e anche un po masochista degli scrittori…
Non posso credere che la situazione alitalia sia gestita a mo di slogan … che alitalia due mesi fa non aveva carburante,non riusciva a tenersi in piedi da sola e che quindi si doveva vendere subito alla cordata italiana..Ancora peggio non posso credere dunque che oggi alitalia si regga in piedi e non sia fallita visto che la trattativa è ancora in corso … ancora non posso credere che una compagnia come alitalia soltanto la good company sia appetita solo da una fantomatica cordata italiana e da nessun altro..Non posso credere, visto che alitalia è da anni in crisi e anche il debito pubblico, che il capo dell’opposizione(ahimè sembra nel mio incubo che adesso sia al governo) si sai permesso il lusso di minacciare una compagnia che voleva prelevare alitalia prendendo sia good che bad company… prendendo anche i milioni di debiti che non si sarebbe dovuto prendere lo stato italiano e quindi i Cittadini italiani con i loro introiti fiscali… Non voglio credere che nessuno dica niente…
Non posso ancora credere che un ragazzetto della sicilia bene,della sicilia che ha vissuto i periodi delle grandi stragi,si permetta e faccia un lodo che porta il suo nome..Lodo alfano che oltre ad essere incostituzionale (art 3 primo comma della costituzione… uguaglianza formale) fa si che nelle aule di tutti i tribunali italiani si dovrà sostituire la scritta :”la legge è uguale per tutti” con la scritta : “la legge è uguale per tutti meno 4 persone”!!!quattro persone di cui ad oggi due di queste hanno avuto a che fare(secondo la legge indirettamente) con ambienti non così lontani dagli stessi ambienti che hanno eseguito o mandato le stragi … epoca nella quale alfano era uno studente di Giurisprudenza o aveva appena finito di essere uno studente e aveva come idoli quelle grandi figure come Falcone,Borsellino,Dalla Chiesa … Non voglio credere che anche per il Lodo alfano non ci siano stato un conato di vomito generale che parte dal legislatore del ’48 per arrivare al ragazzo delle medie dei giorni nostri che capisce come il suo mondo delle favole e della giustizia è uguale per tutti adesso è cambiato…

Non posso credere che in Italia venga pensata una “norma di discriminazione positiva transitoria” non ho studiato molte leggi, ma finora questa è la migliore come testo… Trattasi della legge sulla separazione delle classi fra italiani ed extracomunitari(mi chiedo se proprio tutti i ragazzini italiani sappiano l’italiano e meritino di stare nella classe A piuttosto che nella classe B e mi chiedo anche se non ci sono dei ragazzi extracomunitari che non sappiano un po l’italiano,come mi chiedo se un ragazzino americano vada nella classe B in mezzo “agli altri” (come definito da un deputato leghista nel bel mezzo di un salotto televisivo)anche se non sa l’italiano… mi chiedo se sono nel 2000 dove vi dovrebbe essere un’idea di mondialità,di globalizzazione,di integrazione che non dovrebbe dar adito a certe leggi… Se dovessi fidarmi della norma della lega non capisco perché loro stessi dicono che è una norma positiva, ma transitoria? Per quale motivo una cosa positiva dovrebbe essere transitoria…? Non voglio credere alla cazzata che esiste una discriminazione positiva…


Non posso credere che un ministro che ha superato il concorso per avvocato nel sud italia,pur avendo studiato a brescia, mi venga a parlare di meritocrazia e mi venga a parlare che i professori del nord siano migliori di quelli del sud… non voglio sapere il criterio di scelta dei ministri dell’attuale governo… Non posso credere che il suddetto ministro abbia fatto un decreto che per un decimo è suo e per l’altro decimo è la proiezione della legge tremonti, che è la legge preliminare alla finanziaria… Non posso credere che la ministra abbia pensato a mettere il maestro unico e rifondato tutti gli orari e il sistema del tempo determinato … infatti non ci credo... non credo che questa sia una riforma della scuola, non credo che dietro ad una ministra del genere ci sia una riforma così ardua e delicata della riforma… credo che la ministra abbia messo il voto in condotta,credo che abbia reintrodotto la divisa scolastica(anche io nella mia scuola elementare l’avevo e non era un grosso trauma), ma non credo che abbia pensato a tutto il sistema del maestro unico,non credo che abbia pensato alla gestione del tempo pieno, non credo che abbia pensato a tutti i possibili risvolti educativi che questa manovra comporti… Credo invece che ancora una volta la finanziaria ha dato i suoi frutti … taglio delle risorse della scuola … TAGLIO … non taglio razionalizzato e soprattutto non tagli alla scuola… Si è deciso di tagliare sulle insegnanti ed ecco il maestro unico al posto che tre…si è deciso di tagliare sulle strutture ed ecco che le classi diventeranno delle classi sovraffollate come aule universitarie e non più come luoghi di crescita educativa per dei bambini … appunto adesso guardando bene che credo che il problema è la legge finanziaria e non quella testa magari capace ,ma non così perfida e diabolica come il disegno di legge ,della gelmini … Non voglio credere che i bambini e la loro educazione sta allo stesso livello del denaro…

Non posso credere che un’economista pensi che sia più utile per l’attivo di un paese tagliare i fondi alle università per varare il decreto salva manager e salva banche … non posso credere che la liberale destra si metta in testa di regolarizzare e influire sul patrimonio delle banche… non posso credere che un paese vada nella direzione opposta dei simili (spagna,francia) in merito ai fondi e risorse universitarie … non posso credere che gli altri paesi raddoppiano gli investimenti e noi dimezziamo… non posso credere che nessuno si accorga che una riforma va fatta, ma va fatta non partendo dalla base… va fatta eliminando le sedi universitarie improduttive,va fatta eliminando i corsi obsoleti(corso in lingua berbera per esempio,mi chiedo a cosa serva),va fatta facendo un ampio turn over non bloccando il turn over, va fatta mettendo delle regole sulle parentele, va fatta dando una dignità ai ricercatori, va Fatta pensando a distribuire più fondi a chi fa di più e meno fondi a chi fa di meno, Va fatto usando una buona volta in questo paese un metodo di meritocrazia!!!Non posso credere che lo stesso governo che prima vuole tenere sotto la sua protezione le banche dà la possibilità alle università a diventare fondazioni private… Non posso credere che nella mia nuova università privata io dovrò studiare certe leggi e non potrò approfondire il contenuto di altre leggi solo perché il proprietario non vuole che certe leggi si studino … Non posso credere che la famiglie che potranno garantire l’università ai propri figli diminuiranno a cause di rate “bocconiane” … Non posso credere che migliaia di studenti manifestano e il governo se ne frega… non posso credere che “l’Italia è una repubblica democratica” quando la democrazia sta nel confronto con persone che sono la base che tu vai a colpire e non i comunisti o i pinco pallino di turno … Non posso credere che alcuni ragazzi non hanno capito niente di cos’è una manifestazione o cos’è una protesta … Non posso credere che ci sono alcuni ragazzi che pensano di vivere un nuovo ’68(del ’68 sono rimasti soltanto quei coglioni di fasci stelli che mettono zizzania e si infiltrano nelle proteste facendo casino)… Non posso credere che alcuni ragazzi che occupavano a torino,roma e altre università non sapevo cos’era la legge e per quale motivo occupavano … Non è posso credere che c’è gente che usa la bandiera rossa e l’essere “di sinistra” soltanto per fumarsi il cannone o manifestare contro un qualcosa indeterminato e poi al primo poliziotto gridare e sbraitare ( quando ti rubano la macchina da chi vai a fare la denuncia?e li sbraiti e gridi?!non perché 1000 poliziotti sono dei piccoli fascisti,tu devi urlare contro tutto il movimento) … non posso credere allo stesso modo che alcuni poliziotti a roma davano del tu ai fascisti di piazza navona… Non posso credere che in un paese così assurdo ci siano così tanti ragazzi che vadano a manifestare… non posso credere che finalmente anche i ragazzi vogliono e parlano di se stessi e del loro futuro, ragazzi che tante volte sono stati impegnati a fregarsene della realtà intorno… Non voglio credere che in un paese democratico il governo non ascolti la piazza, varando una delle finanziarie più assurde, irrazionali e senza prospettive mai fatte al mondo…

Non posso credere che per eleggere degli organi istituzionali come un giudice della corte costituzionale ci vogliano degli anni e accordi fra maggioranza e opposizione … Non posso credere che dopo 30 sedute non si sia eletto il presidente della commissione di vigilanza rai … Non posso credere che il governo voglia andare contro la prassi e voglia non solo fare le regole ma controllare anche se le regole fatte da se stesso sono giuste … non voglio credere che ci si metterà ancora molto per avere Orlando presidente della commissione…

Non posso credere che si voglia riformare la legge elettorale per l’europarlamento mettendo uno sbarramento così alto ( 5 %) che dia rappresentanza a 2 forse 4 partiti italiani… Non posso credere che lo slogan di Totò: “Vot’ antonio” non si possa più applicare… adesso si vota la lista che la segreteria di partito e quindi 4 persone decidono con criteri più o meno legittimi chi far eleggere e chi no… Non posso credere che neanche qua non esiste la meritocrazia… Non voglio credere che la vox populi si possa annullare così facilmente…

Voglio credere al sogno di una manifestazione a roma con 2 milioni di Democratici che voglio essere antifascisti… Voglio credere che 2 milioni di Democratici siano andati a roma con delle proposte oltre alle proteste…Voglio credere che quei 2 milioni di Democratici abbiano reso la leadership di partito più forte…Voglio credere che quei 2 milioni di Democratici abbiano cancellato quei tristi giochi di bandiere dove uno è più rosso dell’altro,dove uno è più cattolico dell’altro,dove uno ha più esperienza di un altro… Voglio credere che quei 2 milioni di Democratici abbiano fatto capire ai dinosauri che devono andare via lasciare la poltroncina e dare ai giovani a quelli che hanno passione e motivazione la possibilità di emergere di fare davvero nuova la politica…



POLITICA TERRITORIALE
Qua sarò veramente breve in quanto c’è la sollecitazione ad analizzare lo scandalo appalti e a far sapere e informare un po sulla situazione e sulle prese di posizione delle varie persone,dei vari partiti e dei vari enti…
Purtroppo anche io sono disinformato e sto cercando di reperire fonti … C’è solo il terribile terrore che tutto ciò vada cestinato dal popolo e cada nel dimenticatoio!Questo è evitabile solo mobilitandoci,solo se ci informiamo ed informiamo solo prendendo delle posizioni chiare e decise..
Per quanto riguarda ancora il territorio vi è la situazione mobilità studentesca che è un tema che stiamo studiando e su cui ci stiamo organizzando per fare informazione!Inoltre è un tema forte anche del pd della regione lombardia che come tema portante in questo periodo ha La mobilità…
Per quanto riguarda noi giovani sul territorio … penso che potremmo dare una grande mano nelle amministrazioni locali con il nostro entusiasmo e bacino di idee soprattutto verso i giovani…
Per questo c’è da verificare l’apertura e l’invito della lista civica di morbegno…


Elezioni Americane
4 novembre e 5 saranno delle date importanti su diversi frangenti…in quanto l’elezione americane saranno un grande evento sia a livello politico interno,sia internazionale ma soprattutto ad oggi a livello finanziario..
Per questi motivi ha così tanta importanza … Spero in una grande ventata d’aria fresca e in Obama… Spero nel cambiamento e come dicono un po tutti spero che questo cambiamento si possa fare …


Yes, we can

Ciao Giuseppe

giovedì 30 ottobre 2008

IL funerale dell'Università

Fonte Aldo Schiavone - La Repubblica
L´inasprirsi dello scontro sulla scuola � in Parlamento e nelle nostre città � è una pessima notizia per il Paese. Un´Italia preoccupata, abbuiata e stanca, sull´orlo di una pericolosa recessione (ma Tremonti ieri ha appena detto che ci aspetta qualcosa di ancora peggiore), avrebbe bisogno d´altro che di un´inutile prova di forza. Stia attento il presidente del Consiglio, e non sottovaluti l´iniziativa del Pd di chiedere un referendum. Le opinioni cambiano, l´inquietudine è forte, e ci vuol poco a finire in un vicolo cieco.Quanto all´Università, siamo di fronte - e già da mesi - all´annuncio di una morte. Avverrà fra l´inverno e la primavera del 2010. Se i provvedimenti assunti da questo governo non verranno modificati, in quell´arco di tempo gli Atenei si vedranno trasferiti dallo Stato circa 600 milioni di euro in meno, rispetto alle già magre quantità attuali: su un budget complessivo, cioè, che non arriva a sette miliardi. Tenuto conto della composizione della spesa - con la grandissima parte dei fondi statali destinati alla retribuzione del personale, docente e tecnico amministrativo - si tratta di una riduzione assolutamente insostenibile.Una specie di devastante bomba a orologeria, innescata non in conseguenza della crisi dei mercati finanziari, ma già da prima e a freddo, con l´unico effetto di creare un´ennesima e gravissima emergenza, un altro stato d´eccezione scaraventato sulle famiglie italiane - soprattutto sulle giovani generazioni, il cui futuro si mette così a rischio in modo irresponsabile. Le Università - almeno una forte maggioranza - dovranno dichiarare lo stato d´insolvenza, e probabilmente non saranno più nemmeno capaci di pagare gli stipendi. Secondo quanto prescrive la legge, verranno commissariate dal ministero. Per farne che? Chiuse, vendute ai privati, una volta scorporati i loro debiti, come Alitalia? Non si sa. L´unica certezza è questa: che dopo non esisterebbe più, e di colpo, un sistema universitario italiano in grado di funzionare. Per un Paese moderno, sarebbe l´apocalisse. È possibile che qualcuno la voglia davvero? E cosa accadrebbe, poi? L´Università italiana è attraversata da distorsioni non superficiali, sulle quali si avventa da tempo un qualunquismo scandalistico e trasversale, di destra e di sinistra. La radiografia di questi mali è una registrazione impietosa di quasi tutte le ombre della nostra storia repubblicana: dalla miopia e dal provincialismo di una parte cospicua delle classi dirigenti, a una cultura sindacale che, quando è uscita dalle fabbriche per entrare nel pubblico impiego, ha finito con l´assumere quasi sempre un ruolo conservatore, schierato a difesa di piccole nicchie di privilegio. E vi sono, poi, certo, responsabilità più dirette che riguardano il comportamento del ceto accademico. Ne rispondiamo.E in particolare, resta il fatto che abbiamo usato generalmente in maniera deludente e corporativa uno strumento prezioso: l´autonomia degli Atenei, voluta dal più grande ministro dell´università che l´Italia abbia avuto nel dopoguerra - l´indimenticabile Antonio Ruberti. Ma siamo però riusciti a costruire negli ultimi decenni - pur partendo in grave ritardo - un´università di massa le cui performances complessive sono fra le prime del mondo (come rivelano bene gli dati del QS World University Rankings, la cui lettura consiglio a tanti critici improvvisati): con laureati che non temono confronti rispetto alla media europea e americana. E con docenti che girano ancora a testa alta da Parigi a Los Angeles. Immaginare adesso che tagli di bilancio della dimensione prevista siano una specie di resa dei conti, o una sorta di abnorme espiazione per gli errori commessi, non ha alcun senso istituzionale né politico: perché non siamo innanzi a una terapia, anche estrema, ma solo a una indiscriminata decimazione di massa, che si ripercuoterebbe innanzitutto su giovani senza colpa alcuna - quegli stessi che oggi stanno prendendo coscienza della loro condizione, e che forse la sanno già più lunga di quel che noi si pensi.La prima cosa è dunque battersi per scongiurare questa assurda minaccia: che il 2010 non sia la data di una morte premeditata, e che l´intero sistema universitario italiano possa attraversarlo indenne. Il ministro si impegni in questo senso di fronte al Paese. E insieme, le Università avviino un´autoriforma limpida e coraggiosa dei propri comportamenti e dei propri profili istituzionali. Per cominciare: riduzione drastica dei corsi di laurea, con un rapporto equilibrato fra lauree triennali e magistrali. Riduzione non meno severa del numero delle materie insegnate e degli esami da sostenere in ciascun corso.E poi ancora, riduzione delle sedi distaccate, la cui apertura indiscriminata si è spesso rivelata un´operazione soltanto clientelare, e revisione dei meccanismi di governance, per garantire esiti più trasparenti e con più ricambio. E infine autovalutazione, per individuare all´interno di ciascuna Università i punti di maggior forza qualitativa dal punto di vista della didattica e della ricerca. Risorse aggiuntive potranno essere conferite agli Atenei solo di fronte a risultati importanti raggiunti nelle direzioni indicate. Insomma, fondi in cambio di autoriforma.Sono convinto da tempo che, per quanto sia stata in genere male usata, l´autonomia universitaria resti un bene da difendere strenuamente, e che in questo campo lo Stato meno intervenga meglio è. Ma su alcuni pochi punti occorrerebbero provvedimenti tempestivi: il reclutamento della docenza; l´accesso dei giovani alla ricerca, con nuove regole per i dottorati; un sistema efficiente di valutazione per misurare il lavoro svolto da ogni università. Che il ministro (sinora silenzioso su questi temi) faccia la sua parte: ascolti, valuti, scelga; e poi, si presenti in Parlamento. È così che funziona la democrazia.

No ai tagli! No alla legge 133/08.




Centinaia di cortei hanno anche oggi invaso tutt'Italia.. Piazza Duomo gremita, Roma pienissima, Bologna idem anche a Lipari, nelle Eolie, 350 studenti delle scuole isolane sono scesi in piazza per lo sciopero della scuola indetto dai sindacati. Sosteniamo convintamente il referendum per l'abrogazione della legge..

domenica 26 ottobre 2008

"Noi al Circo Massimo, voi massimo al circo" :-)!



"Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non solo col terrore e l'intimidazione poliziesca, ma anche distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, diffondendo la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine. " Primo Levi, 1974
Ecco cosa recita la striscia rossa dell'Unità (mini, ma sempre grande) di oggi. E subito dopo il titolo: "SI RIPARTE". Si riparte da un Circo Massimo stracolmo di persone, che mai nessun partito aveva riempito. Si riparte dalle vie di Roma, dalle bande e dai canti, dalle note di Bella Ciao e dell'inno italiano. Si riparte dagli striscioni e dalle bandiere. Si riparte da una festa, da una grande manifestazione di popolo. Le cose cambieranno. Veltroni inizia il suo discorso ricordando Vittorio Foa "Perché l’Italia non dimentica, non potrà mai dimenticare quanti hanno sofferto, quanti hanno dato la vita per la sua libertà. L’Italia, signor Presidente del Consiglio, è un Paese antifascista." Parla per quasi un'ora. "L’Italia è un Paese migliore della destra che la governa. Moltiplicano l’ingiustizia in un Paese ingiusto. Scelgono l’immobilismo in un Paese fermo. Alimentano l’odio in un Paese diviso.Cavalcano la paura in un Paese spaventato. Ma l’Italia, nonostante tutto, resta migliore. Stanno facendo dell’Italia un deserto di valori e la chiamano sicurezza. Stanno cercando di creare un pensiero unico e lo chiamano gradimento, consenso. Stanno calpestando principi e regole della vita democratica e la chiamano decisione. Ma l’Italia, nonostante tutto, resta migliore. C’è l’Italia delle 250 mila persone che con una firma si sono strette attorno ad un ragazzo di ventotto anni che rischia ogni giorno la vita e che continua a combattere contro la camorra con le sole armi che possiede e vuole usare: la passione civile, il coraggio delle idee e la straordinaria forza della scrittura, che arriva lì dove la violenza e la stupidità di uomini che non valgono nulla non arriveranno mai. A Roberto Saviano va il grazie di tutti noi che oggi siamo qui in questa piazza." Milioni di persone con una sola bandiera, quella del pd, applaudono, sventolano, gridano, una ragazza piange di commozione. E' bellissimo: già , perchè sembra proprio che tutta questa gente abbia deciso di ritornare a farsi sentire, di tirare fuori la voce, di ricominciare a lottare per un paese migliore. Spero tanto che dopo questa botta di vita, arrivata dopo alcuni mesi di torpore e sonnolenza, il partito democratico parta in quinta. Siamo in tanti che abbiamo voglia di impegnarci in prima persona, ma per farlo abbiamo bisogno di messaggi coraggiosi e determinati. Quello che è successo a Roma deve essere la spinta per iniziare a lavorare sui contenuti, per far capire a tutti cosa abbiamo da dire, un progetto politico alternativo, di proposte reali e concrete, con parole chiare e decise.

ciao giuseppe...(pezzo preso dal blog di gdlecco)

martedì 21 ottobre 2008

Addio a Vittorio Foa

Una lezione di generosità

di GIORGIO BOCCA

Quando sento parlare di buoni maestri penso subito a Vittorio Foa, il migliore e il più presente negli anni dei miei buoni maestri. L'ho conosciuto leggendolo nel gennaio del '44, appena arrivato nelle Langhe dalla Val Maira con la anabasi partigiana dalla montagna alle colline del vino. Una staffetta ci portò da Torino l'ultimo quaderno di Giustizia e Libertà. Aveva la copertina rossa e in nero la spada di Giustizia e Libertà. Era un articolo sulle alleanze orizzontali necessarie alla Resistenza, le alleanze ostiche alla nostra formazione elitaria, dei pochi ma buoni. Quella lezione di intelligenza e di modestia ci arrivò nel momento giusto, della euforia combattentistica e della superbia. Un quadro lucido della situazione, un richiamo alla realtà. Lo stesso modo di vedere il mondo, senza retorica ma senza rassegnazione degli altri maestri del liberal socialismo, da Gobetti a Bobbio, dai Galante Garrone ai Rosselli, dai Valiani ai Parri. Vittorio Foa ci è stato maestro di generosità e di fedeltà intellettuale, di antifascismo solidale e intransigente, il necessario ma sempre legato alla ragione. Ho avuto come compagni di viaggio nella politica e nella cultura due intellettuali di stampo giellista: Paolo Spriano e Vittorio Foa. Il primo era diventato lo storico del Partito comunista, il secondo il dirigente della Cgil legata al Partito comunista. Li ho seguiti per anni nella burrascosa vicenda delle fazioni e delle passioni politiche e la mia stima in loro è durata e cresciuta per la loro fedeltà alla ragione, per la capacità rara di restarle fedeli se occorreva con "l'astuzia dell'intelligenza".


La prova migliore di Spriano fu la storia del Partito comunista dove tutto ciò che si doveva sapere fu indicato anche se non gridato e per Vittorio la visita del sindacato all'Unione Sovietica e la relazione critica che ne seguì, precisa anche se non gridata. Ciò che faceva di Vittorio una persona amata da tutti coloro che lo conoscevano era la sua curiosità disinteressata, la sua fedeltà a una ragione ragionevole. Nonostante la galera fascista e le faziosità di cui soffrì anche l'antifascismo non rinunciò mai a cercar di capire i diversi, non sacrificò i sentimenti e l'ironia al disprezzo e alla condanna. Fu sempre un amico, un padre, un compagno comprensivo. Mi incantarono i suoi ultimi libri, specie i ricordi di montagna, così come mi aveva colpito il suo saggio sul quaderno di GL, il suo saper restare uno che sa ridere, come quando della politica giovanile ricordava il fastidio di sua madre per quelle montagne di Courmayeur piene di neve e di antifascisti. Vittorio e la sua famiglia passavano le vacanze a La Salle in Valle d'Aosta. Vittorio non era più in grado di camminare ma si faceva portare in auto fino al Piccolo San Bernardo per le montagne in cui aveva camminato da ragazzo e che ricordava tutte perfettamente per nome. Anche quello un modo del suo essere fedelmente affettuoso.

lunedì 20 ottobre 2008

Lettera aperta al presidente dell'amm. proviniciale di sondrio

Questa è una lettera scritta dai consiglieri provinicali del PD...
In relazione alla nostra campagna d'informazione sulla carta sconto treno e sulla mobilità degli studenti, mi sembra una lettera molto interessante...



Egregio sig. Presidente,
come ricorderà, allo scopo di consentire agli studenti della provincia di Sondrio una riduzione del costo sul trasporto ferroviario per recarsi nelle sedi universitarie lombarde, l’Amministrazione Provinciale aveva sottoscritto nel settembre del 2007 una nuova Convenzione con Trenitalia spa, per il periodo 1-10-2007 / 30-09-2010, che, oltre ad essere più onerosa per l’Amministrazione Provinciale, prevedeva uno sconto sul costo dell’abbonamento annuale, anziché, come nella precedente Convenzione, sul costo del biglietto di corsa semplice.
Questo cambiamento del criterio di erogazione dell’agevolazione ha comportato, come peraltro era prevedibile, una drastica riduzione degli studenti che hanno potuto beneficiarne per cui la Provincia, nel gennaio di quest’anno, ha revocato la nuova Convenzione stipulata con Trenitalia, senza, però, adottare una soluzione alternativa più rispondente ai bisogni degli studenti di Valtellina e Valchiavenna.
Venuto a conoscenza del problema, il Gruppo Consigliare del Partito Democratico in Regione Lombardia, nel dicembre dello scorso anno, ha chiesto per iscritto al Presidente Formigoni di prevedere nel Contratto di Servizio che la Regione Lombardia si accingeva a stipulare (ma che non ha ancora stipulato) con Trenitalia, un’agevolazione per gli studenti di quei territori che, come quello della provincia di Sondrio, si trovano in una situazione di svantaggio rispetto a quelli più prossimi alle sedi universitarie lombarde; agevolazione che dovrebbe consistere in uno sconto sui biglietti di corsa semplice e non su gli abbonamenti annuali.
In data 15 febbraio 2008 il Consiglio Provinciale ha approvato all’unanimità una Mozione presentata dal Gruppo consiliare del Partito Democratico con la quale “si impegnava il Presidente e la Giunta a sostenere la proposta fatta dal gruppo consigliare del Partito Democratico in Regione Lombardia chiedendo al Presidente Formigoni di farsi carico di questo problema nella discussione del prossimo Contratto di Servizio da sottoscrivere con Trenitalia”. In quell’occasione abbiamo apprezzato la posizione e il voto favorevole espresso sulla Mozione da parte dei gruppi di maggioranza; voto che, verosimilmente, ha riconosciuto la bontà della proposta, la quale aveva l’unico scopo di trovare una soluzione che andasse incontro alle effettive esigenze degli studenti universitari della provincia di Sondrio
Dobbiamo constatare con disappunto che a tutt’oggi il Presidente Formigoni non ha ancora dato risposta all’Interrogazione del Gruppo Consigliare Regionale del PD, nonostante che la stessa fosse stata supportata, anche nel merito, dal voto unanime del Consiglio Provinciale. Ciò premesso, Le chiediamo di sollecitare il Presidente Formigoni o l’Assessore competente a rispondere alla richiesta presentata e di appoggiarla nel merito, considerato che proprio in questi giorni è in discussione il rinnovo del Contratto di Servizio tra Trenitalia e la Regione Lombardia.
Siamo tutti consapevoli dell’importanza di supportare le famiglie valtelllinesi e valchiavennasche che, a differenza di quelle residenti in altre provincie lombarde, devono sostenere costi maggiori (affitto, vitto e trasporto) per gli studi universitari dei propri figli.

No alle Mafie


I GIOVANI DEMOCRATICI
DELLA PROVINCIA DI SONDRIO
SONO CON ROBERTO SAVIANO!




CONTRO TUTTE LE MAFIE!




domenica 19 ottobre 2008

L'angolo del giornalaio

il titolo è tristissimo...
avevo pensato che in questo post e con i relativi commenti si potessero mettere degli articoli di giornali delle grandi testate nazionali...
Articoli che possano suscitare un po di curiosità,dibattito e che possano essere da linea guida per le nostre considerazioni sociologiche,politiche,economiche...
Io per questa domenica inizio proponendo l'editoriale di Scalfari:
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/scalfari-fondi-2/scalfari-19-ottobre/scalfari-19-ottobre.html
evito di postare tutto il testo, ma posto solo il link...
Ciao Giuseppe


22-10

posto il link di una serie di posizioni del governo,dell'opposizione per quanto riguarda le occupazioni e tutte le manifestazioni contro la 133/2008 oppure la riforma gelmini o ancora legge tremonti...
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-2/parla-premier/parla-premier.html

Eccoci..

Ciao ragazzi..

Finalmente anche i giovani democratici di Sondrio hanno il loro blog!
E' stato pubblicato il manifesto fondativo come primo post..
Il volantino per l'iniziativa sulla carta sconto è quasi pronto.. Poi lo pubblicherò anche qui..

a presto!

Davide

Manifesto Fondativo





Il Manifesto fondativo dei Giovani Democratici

Pensare l'Europa, modernizzare l'Italia, vivere il mondo

Manifesto Fondativo dei Giovani democratici

Roma 6 settembre 2008

Il fine più chiaro è di inserirci nella vita politica del nostro paese, di migliorarvi i costumi e le idee, intendendone i segreti: ma non pensiamo di raggiungerlo con un' opera di pedagogisti e di predicatori: la nostra capacità di educare si esperimenta realisticamente in noi stessi; educando noi, avremo educato gli altri.
P.Gobetti, La rivoluzione liberale


Per un nuovo “umanesimo” Europeo

Il sistema economico e ambientale del pianeta è da decenni caratterizzato da continui e repentini processi di trasformazione.
Il superamento dello Stato-Nazione come esclusivo titolare della sovranità, l’ampliarsi della cifra di interdipendenza globale, l’accentuazione della competizione fra sistemi e macroaree territoriali, lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, sono i tratti distintivi dell’odierno “spazio globale”.
La frattura dell’alleanza tra Stato Mercato e Democrazia - e quindi tra politica ed economia - che aveva caratterizzato il progetto di prima modernità, pone allo schieramento riformista del XXI secolo nuove domande di libertà e di giustizia sociale. Un inedito ordine del mondo che necessita di più politica e che, invece, registra la sempre maggiore difficoltà da parte di essa di porsi all’altezza del livello attuale dello sviluppo delle forze produttive, della circolazione e dei consumi ovvero, la sempre maggiore distanza progettuale fra una economia cosmopolita e globale e una politica nazionale (o peggio) regionale, micro-territoriale e localistica.
La guerra al terrorismo, a otto anni dalla sua dichiarazione, ha prodotto qualche effimero successo e numerose tragedie.
La destabilizzazione di un’area del pianeta che va da Marrachech a Jakarta, i sanguinosi pantani di Afghanistan e Iraq sino al mai risolto dramma israelo-palestinese, mostrano con tutta evidenza il fallimento della strategia del solo hard power e la necessità di un rinnovato impegno nella politica del dialogo.
Sul versante europeo l’Unione vive forse la crisi più grave della sua storia. Compressa tra le aspirazioni neo-isolazioniste di alcuni paesi membri e l’incapacità di mostrarsi compiutamente attore globale, paga dazio alla crisi economica e rischia di arenarsi come progetto culturale, prima che economico. Ad est, nuove e pericolose tensioni attraversano quello che fu il blocco sovietico e rischiano di innescare una nuova devastante corsa agli armamenti mentre, ad oriente, un nuovo continente cresce a ritmo triplo rispetto al resto del mondo e si appresta a costruire dopo cinquecento anni un nuovo impero.
Lo stato climatico del nostro pianeta ci pone di fronte all’ipotesi non più remota di scenari molto vicini ad una catastrofe ambientale senza ritorno.
Abbiamo il dovere di lasciare alle future generazioni un mondo ancora vivibile, e se possibile più vivibile del nostro: affrancato dalla dipendenza dal petrolio e dai combustibili fossili; in quanto basato su un’organizzazione energetica razionalizzata e imperniata sulla diffusione capillare, a rete, delle fonti rinnovabili; affrancato dall’ideologia della crescita illimitata dei consumi, che ha come rovescio l’emergenza rifiuti, per la gran parte non riciclati né smaltiti. Esiste, “il 50 per cento delle probabilità che le future generazioni non vedano l’inizio del nuovo secolo”.
Le nuove generazioni hanno il dovere di puntare sulla dimensione ambientale come volano di sviluppo per fare delle caratteristiche naturali di un paese, della bellezza dei territori, della qualità nel settore agroalimentare, delle aree protette un punto di forza della sua economia.
Investire risorse nell’ambiente significa credere nell’innovazione, dare attuazione a nuove tecnologie a sempre minor impatto, diffondere un’idea di progresso che possa vedere attori tutte le parti sociali e i cittadini di ogni livello socio-economico e culturale.
Quella energetica, è una sfida tutta aperta e tutta da vincere, che le giovani generazioni nella loro naturale spinta al cambiamento, non possono non affrontare.
La globalizzazione con il movimento sempre più rapido delle merci, dei capitali e dei saperi, sta sviluppando con progressiva intensità consistenti flussi migratori di persone – in qualche modo simmetrici agli imponenti fenomeni di delocalizzazione dell’industria - in cerca di lavoro o semplicemente di una speranza di vita migliore.
Ciò che pone a sua volta inedite esigenze di cittadinanza, integrazione e partecipazione democratica a livello globale e locale.
Tutto questo, riassumibile con l’immagine di nuove e poderose masse umane che si affacciano sulla soglia della storia e del progresso, impone una riflessione generale e seria sul futuro del pianeta, sulla sostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, ma anche sulla natura stessa e sulla qualità e il valore della democrazia occidentale.
A tali dinamiche “strutturali” si aggiunge un processo imponente di mutazione globale delle identità e delle culture.
I singoli individui e le comunità sono infatti oggi immersi in un flusso comunicativo continuo, in cui si muovono costantemente come “attori” passivi e attivi di un complesso sistema mediatico, veicolo delle visioni del mondo e talvolta di bisogni indotti, che ha marginalizzato i tradizionali vettori di conoscenza e formazione di “senso comune”: i giornali, i libri, ma addirittura anche l’educazione familiare, sociale e scolastica.
Nella cosiddetta “società dello spettacolo” la maggior parte di noi è esposto a continue sollecitazioni fin dalla più giovane età, quando ancora i personali strumenti cognitivi e interpretativi sono in via di costruzione, ponendo inediti compiti per la famiglia, per le tradizionali politiche scolastiche, e per nuove politiche di formazione lungo tutto l’arco della vita a contrasto dell’analfabetismo recidivo e di ritorno.
La posta in gioco è la competenza critica dei cittadini, garanti ultimi di un corretto funzionamento della democrazia.
Per la complessità e la delicatezza di questi scenari è necessario potenziare e costruire, sin dentro le opinioni pubbliche euro-atlantiche, il consenso sul ruolo dei soggetti pubblici sopranazionali.
Il progetto politico e costituzionale dell’Unione Europea è la priorità politica e culturale degli innovatori del XXI secolo.
Nel solco della nuova Europa, seminato a Lisbona, dovrà crescere ed affermarsi una intera generazione di italiani. È nello spirito dell’Europa, infatti, nelle sue ragioni e nei suoi valori, che risiedono gran parte delle ragioni dell’impegno politico delle ragazze e dei ragazzi italiani; quella generazione che, a partire dalla specificità dell’esperienza dei soggiorni di studio Erasmus, dimostra di essere quella più direttamente coinvolta dall’incidenza della prospettiva comunitaria nella formazione di un idem sentire e di una comunanza di valori tra i popoli d’Europa: la pace giusta come costante esercizio politico fra i conflitti, il rispetto dei diritti umani e civili, la libertà di circolazione di idee e persone, il mercato concepito come uno spazio di libertà e di intrapresa a cui presidiano regole certe e salde, il lavoro come tratto fondamentale della cittadinanza e perciò in grado di liberarsi dalle tante forme di precarietà, la sussidiarietà verticale e orizzontale rispettosa della libera iniziativa e dell’aspirazione delle comunità locali all’autogoverno, l’euro e la sua forza di moneta globale.
La nostra è la generazione del multilateralismo, del dialogo tra i popoli e le religioni, della corrispondenza tra la costruzione della pace e la realizzazione della giustizia.
Per questo le straordinarie mobilitazioni per la pace e per una globalizzazione più giusta, hanno segnato il momento di prima socializzazione politica di migliaia di giovani italiani. Anche da quella forza e da quell’entusiasmo è necessario trarre continuo alimento per la futura vita di una grande organizzazione progressista.

Per una nuova e diversa idea della modernizzazione nazionale

I problemi dei giovani italiani sono quelli di un intero paese che deve imparare a tornare a guardare con maggiore fiducia al futuro.
Le incognite con le quali essi si confrontano, sono quelle della transizione a una prospettiva di sviluppo fondata sul principio di qualità e di apertura, che possa coniugare maggiori possibilità di mobilità con un’ampia gamma di opportunità e di tutela e renda possibile l’avvio e il perseguimento, per ciascuno, di un autonomo cammino familiare e professionale.
La questione generazionale in Italia non può essere declinata solo su basi vertenziali. Essa è, infatti, oggi più che mai questione che riguarda la sostenibilità di un equilibrio politico, economico, sociale.
La democrazia italiana, sbocciata dalle macerie della dittatura fascista, si avviò dal primo dopoguerra e per oltre un quarto di secolo, su di un sentiero di sviluppo sostenuto, recuperando in poco tempo una parte importante del ritardo che la divideva dai paesi con più elevati livelli di benessere economico.
Lo sviluppo, pur connotato da tensioni sociali e conflitti distributivi, beneficiò di diversi fattori, endogeni ed esogeni, che consentirono di conseguire fortissimi guadagni in termini di produttività del sistema economico e di conseguenza, un innalzamento complessivo della qualità della vita e della diffusione della ricchezza.
La crescita dell’economia, di durata e intensità del tutto nuove per il nostro paese, fu accompagnata da un innalzamento progressivo del livello d’istruzione della popolazione, che combinato efficacemente con lo stato delle conoscenze tecnologiche, determinò l’inclusione di nuove forze lavoratrici e contribuì alla modernizzazione della società, consentendo la tenuta della democrazia anche nei momenti in cui più forte e violento si levò dalla follia terrorista l’attacco al cuore dello Stato.

Istruzione

Dai primi anni Novanta, la semplificazione della mobilità di beni e capitali finanziari, l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le biotecnologie, le tecnologie dei materiali sottili, sono intervenute a mutare radicalmente le caratteristiche dello sviluppo economico a livello globale. Esse disegnano nuove gerarchie, rivoluzionano i processi produttivi, modificano in modo sostanziale - soprattutto nei paesi avanzati - le caratteristiche dell’input di lavoro domandato dalle imprese, la struttura dei consumi, la tipologia e il contenuto tecnologico delle produzioni.
Tali trasformazioni hanno gradualmente reso determinante la capacità di un paese di accrescere e migliorare continuamente il livello di istruzione della sua popolazione.
Questo motore della crescita civile ed economica riveste una capitale rilevanza nelle fasi di progresso tecnico come quello odierno; l’acquisizione di un livello avanzato di conoscenze è, infatti, condizione essenziale perché un sistema possa innovarsi adattando le sue strutture produttive al nuovo paradigma tecnologico; ma i benefici derivanti dall’innalzamento complessivo del tasso d’istruzione non possono misurarsi con soli parametri econometrici.
Il “capitale sociale” - definito come l’insieme delle istituzioni, delle norme sociali di fiducia e reciprocità nelle reti di relazioni formali e informali che favoriscono l’azione collettiva e costituiscono una risorsa per la creazione di benessere - è uno straordinario fattore di sviluppo sociale prima che economico.
L’istruzione allenta i vincoli economici e culturali che legano gli individui al proprio ambiente di origine, costituisce il principale strumento di liberazione dall’eredità familiare o geografica in capo alla nascita, aumenta democraticamente le probabilità che i più capaci e meritevoli accedano a funzioni di governo o della pubblica amministrazione, dell’impresa e della politica.
La conoscenza è un bene comune non mercificabile, ed è la base della cittadinanza democratica.
Implementarne lo spazio, la qualità, il perimetro è il compito dei modernizzatori del nuovo secolo.
Il diritto di accesso ad essa, la libertà di scelta tra le offerte formative, l’abolizione di qualunque barriera formale e sostanziale che possa limitare il libero sviluppo della capacità umane, critiche e sociali di ciascun giovane del nostro Paese è l’obiettivo primario che un’organizzazione giovanile è chiamata a promuovere. E’ necessario andare oltre la migliore sintesi fra i diversi sistemi d’istruzione europei che, sin dall’inizio del Processo di Bologna del ’99, hanno affrontato i temi della conoscenza. Per garantire un alto profilo individuale e la mobilità studentesca oggi è prioritario non pensare soltanto all’uniformità dei sistemi di formazione, ma aver chiaro che la vera sfida sia garantire la possibilità a ciascuno di esprimere le proprie capacità senza doversi scontrare con le differenti legislazioni europee sul tema dell’accesso.
Le politiche di formazione devono, in definitiva, mirare ad una cultura diffusa che promuova una crescita educativa integrale di cittadini attivi e responsabili, facendo leva sull’unità profonda tra sapere e saper fare, intelligenza umana e acquisizione di competenze: così da dare a tutti una piena autonomia di movimento nella complessità della società sapendo controllare se stessi in rapporto agli altri e alla pluralità dei linguaggi contemporanei.

Innovazione

L’Italia è un paese che complessivamente genera e produce poca innovazione; ma l’innovazione è stimolata ed alimentata da un’organizzazione sociale ad essa preesistente.
Il livello d’istruzione, la facilità di circolazione delle conoscenze, una fiscalità di favore per gli investimenti innovativi, una politica scolastica attenta ai talenti, una meritocrazia diffusa e riconosciuta, una maggiore libertà nelle relazioni interpersonali, un welfare che offra protezione “nel lavoro” e non solo “del posto” di lavoro, sono le condizioni preliminari perché una società generi e ne alimenti la fiamma.
Le tare del sistema Italia si riproducono oramai da anni e si annidano nell’economia, nella struttura sociale e nei meccanismi della governance.
Il made in Italy, quell’alchimia di artigianato e creatività che per anni ha fatto la fortuna del paese, rischia in assenza di avvedute politiche innovative, di trasformarsi in pochi anni da fiore all’occhiello di un’economia dinamica e creativa a fattore determinante dell’espulsione dell’Italia dal ciclo tecnologico. Investire in nuove tecnologie, nuovi processi e prodotti industriali, semplificare la burocrazia per le imprese, favorire e sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile, in particolare nel Mezzogiorno, sono gli ingredienti necessari per una ricetta “generazionale” del rilancio economico.
Il settore pubblico poi, non potrà non confrontarsi con nuovi criteri di organizzazione e regolazione del mercato, con innovativi sistemi di produzione di beni e valori pubblici, materiali (le linee ferroviarie e viarie, le scuole, le reti Tlc) e immateriali (il funzionamento della giustizia, la celerità della pubblica amministrazione, l’umanità della esecuzione penale).
Il sostegno e la garanzia delle pari opportunità per i suoi cittadini, la promozione dei diritti civili, la difesa dei più deboli e di coloro che non possiedono autonomi e dignitosi mezzi di sostentamento: sono questi i pilastri su cui ergere l’edificio del futuro.
Modernizzare una nazione per un’organizzazione giovanile democratica e riformista non può significare soltanto rimodellare il suo sistema produttivo a guisa del nuovo paradigma tecnologico. Significa anche (e soprattutto) attrezzarla alle sfide del presente perché possieda gli strumenti di analisi e di azione necessari per affrontare il nuovo secolo.

Risanamento

Se tuttavia un intervento complessivo sulla competitività del Sistema - paese è fortemente legato all’innalzamento dell’alfabetizzazione superiore e della sua qualità da un lato, e alla riorganizzazione delle produzioni e degli strumenti di governance dall’altro, non si può eludere il nodo dell’intervento necessario sulle determinanti strutturali della spesa.
Nessun disegno generazionale di rilancio può affermarsi senza una riconduzione su valori accettabili e sostenibili della dinamica del debito pubblico. La necessaria compressione delle spese di funzionamento dell’amministrazione di Stato ed enti locali - per essere virtuosa e non esclusivamente “punitiva” - dovrà fondarsi su nuovi e più stringenti criteri di valutazione dei risultati.
Un rovesciamento della piramide degli incentivi che introduca reali meccanismi di premialità, per la burocrazia come per le università, gli enti di ricerca, le articolazioni periferiche dello stato, persino le regioni e gli enti locali, contribuirebbe ad un tempo a ridurre i costi e a potenziare l’efficienza complessiva delle pubbliche amministrazioni.
È accanto a queste priorità riassumibili nel polinomio istruzione della popolazione – innovazione delle produzioni e dei processi produttivi – risanamento economico, che altre due esigenze per la piena soddisfazione di un disegno “generazionale” del rilancio del paese prendono corpo: la riorganizzazione del sistema previdenziale e la riduzione della precarietà nel mercato del lavoro.

Welfare e pensioni

L’Italia si appresta a divenire la nazione più vecchia e longeva del mondo e che questo avrà un effetto decisivo sulla struttura produttiva, sociale e di conseguenza previdenziale.
La spesa pensionistica in Italia è pari al 15,4 per cento del prodotto interno lordo. L’uscita dalle forze lavoro è massima in corrispondenza dei requisiti minimi di pensione, attestati dopo i processi di riforma a 60 anni di età.
Si tratta di una dinamica insostenibile per qualsiasi paese avanzato.
Da decenni il dibattito sulle politiche sociali sembra incentrato quasi esclusivamente sul sistema previdenziale e mai su altre forme di spesa sociale quali il sostegno alle famiglie, ai giovani studenti o ai giovani lavoratori.
Per questo essa necessita oggi di un’ulteriore estensione poiché gli indici di struttura e quelli del ricambio demografico testimoniano quanto il processo di invecchiamento della popolazione italiana sia duraturo ed avanzato.
Il rapporto tra il potenziale di lavoro giovane (20-39) anni e quello più anziano (20-59 anni) tenderà a deteriorarsi rapidamente dalla attuale parità a 2 giovani ogni 3 anziani, mentre il ricambio tra generazioni in procinto di entrare nella fascia di età lavorativa e quelle in procinto di uscirne sarà in progressiva riduzione.
In assenza pertanto di consistenti flussi migratori, la popolazione italiana è destinata ad avvitarsi in un processo in cui l’unico aggregato in posizione numerica attiva sarà quello della popolazione anziana; ma una popolazione che vede ridursi nel tempo non solo la sua consistenza progressiva ma anche sistematicamente quella dei suoi sub-aggregati economicamente e demograficamente più produttivi, rischia di impoverirsi irrimediabilmente e definitivamente.
Il benessere raggiunto non può essere considerato come un dato acquisito o irreversibile.
Ciò richiede una grande nuova consapevolezza da parte di una generazione chiamata a farsi carico direttamente di un problema non più rinviabile.



Lavoro

Il precariato generalizzato e diffuso è un inaccettabile svilimento della dignità delle persone e del lavoro, che riparato dietro l’illusorio usbergo della riduzione dei costi mortifica le professionalità, le aspirazioni personali e quelle individuali. Sostenere la bandiera della “civiltà del lavoro”, significa costruire strumenti adeguati a proteggere il lavoratore nel suo percorso professionale, che seppure frammentato e rivoluzionato dai nuovi cicli di produzione, non può restare senza protezione in balia delle sole nude regole del mercato.
A pagare il prezzo più alto anche in questo caso sono le giovani generazioni. Esse, in particolare la componente femminile, appaiono nel mercato del lavoro italiano tanti piccoli giunchi esposti ad un monsone.
La riduzione della segmentazione del mercato, stabilendo regole più uniformi e in base alle quali il rapporto di lavoro acquisisca stabilità col passare del tempo, è richiesto da motivi di equità in via primaria, ma è anche sorretto da solide ragioni di efficienza. La battaglia per un lavoro sicuro, dignitoso, commisurato alle professionalità e alle competenze di tutti e di ciascuno è il primo dei diritti di cittadinanza cui aspirare, terreno essenziale per lo sviluppo della creatività e della personalità. Una battaglia che una nuova generazione di democratiche e democratici dovrà intestarsi con determinazione e passione.

Concorrenza ed equità

L’intensificazione della concorrenza, l’ampliamento per l’esplicarsi dei meccanismi di mercato sono i restanti ingredienti di una matura e consapevole ricetta “generazionale” per il paese; essi sono, ancora una volta, necessari al rilancio produttivo e complementari a scelte di equità.
In un’economia come quella italiana, nella cui storia è tristemente ricorrente il privilegio di pochi fondato sulla protezione dello Stato, la concorrenza costituisce un agente di giustizia sociale.
Essa regolata e corretta da regole semplici, chiare e applicate è il grimaldello più autentico per scardinare quel poderoso grumo di interessi corporativi che in molti campi asfissia la nazione.
L’Italia ha bisogno di mercato, di concorrenza, di legittima contendibilità degli spazi privati e persino di alcuni spazi pubblici.
Una generazione di progressisti ha il suo nemico nel privilegio e non nel mercato, nella chiusura corporativa e familistica e non nella competizione.
Se presidiato da una governance proattiva e coraggiosa, improntata alla realizzazione di pari condizioni nell’intrapresa di iniziativa economica, all’equità e alla giustizia sociale, il mercato resta un poderoso strumento di estensione del benessere e dei diritti individuali, un patrimonio da difendere e da tutelare dalla continua aggressione culturale e politica del pensiero reazionario, nazionalista e protezionista.

Nuovi diritti

Una forza giovanile e progressista che guarda al futuro ha come obiettivo primario l’ampliamento di diritti, libertà e garanzie per la persona – il singolo come soggetto portatore di diritti –, valvola di conquiste sociali e collettive. La persona umana va tutelata, nella sua integrità, indipendentemente dal suo essere cittadino, ma anzi con l’obiettivo di una nuova inclusività che sia slegata da nascita, sangue, cultura, cittadinanza. Una forma di individualismo generoso che concepisce la società come luogo degli individui, con un’inversione del percorso tradizionale che conduceva dalla comunità al singolo.
Maggiori garanzie per i detenuti, con l’incremento delle misure alternative al carcere a vantaggio di sanzioni alternative; libertà religiosa, riconoscimento delle confessioni presenti in Italia e sviluppo del sistema delle Intese; promozione di un sistema di norme che non equipari il migrante a mera forza lavoro, riforma del concetto di cittadinanza e voto amministrativo agli immigrati; riforma della normativa sui diritti del consumatore/utente e tutela della privacy; e diritti del malato; politiche di sostegno alla genitorialità; garanzia della libertà negli orientamenti sessuali.
Molte di questi battaglie, oltre a permeare necessariamente una cultura politica di centro-sinistra riformista, possono contare su una forte capacità evocativa, in grado di sviluppare senso di appartenenza e desiderio di militanza, in tempi in cui assistiamo spesso al rischio di derive reazionarie, discriminatorie ed a regressioni addirittura razzistiche in segmenti della società e nelle pratiche politiche della destra.

Diritto al protagonismo

Il combinato disposto determinato dal binomio alto debito – bassa crescita non consente interventi di rilancio nazionale tarati esclusivamente sulla leva della fiscalità generale.
Essa è importante, e fondamentale è l’azione di recupero degli introiti sottratti da evasione ed elusione; ma creare nuove opportunità di crescita economica in sintonia con la “questione generazionale” significa anche creare e propiziare spazi di protagonismo personale, civile e imprenditoriale.
Negli ultimi trenta anni, in tutto il mondo occidentale si è assistito a uno spostamento in avanti dell’età alla quale i giovani fuoriescono dalla casa familiare definito come “posticipazione della transizione allo stato adulto”. L’Italia non a caso, si pone ai vertici di tale processo, distinguendosi per il tempo di permanenza dei figli nella famiglia d’origine.
Nel resto dell’Unione europea solo un giovane su tre di età 18-34 vive con i genitori. Si sale invece in Italia a oltre il 60%, con una dinamica ancora più sconfortante per quello che riguarda le giovani donne.
Tassi di attività e salari sensibilmente più bassi rispetto alla media degli altri paesi industrializzati, disoccupazione, sottoccupazione, precarietà del posto di lavoro a fronte di un welfare che fornisce scarsissima protezione sociale, sono le cause principali di tale ritardo. Un tale sistema che consente (se non addirittura favorisce) la permanenza dei giovani nella casa familiare è ancora una volta iniquo e inefficiente.
È iniquo, perché affidando esclusivamente alla famiglia di origine i compiti di aiuto e sostegno svantaggia chi proviene da famiglie più povere, con uno status socio culturale più basso oltre che da famiglie monogenitoriali o ricostituite. Ciò deprime la mobilità sociale ed è funzionale alla riproduzione nel tempo delle disparità sociali di partenza.
È inefficiente, perché mantenere una così elevata quota di giovani inattivi dal punto di vista lavorativo e riproduttivo, è un enorme spreco per la collettività, che reca pesanti ricadute sul dinamismo sociale, economico e culturale della nazione.
Liberare una generazione significa costruire per essa la possibilità di progettare autonomi spazi di vita, di crescita, di socializzazione e di mobilità Immaginare il futuro significa anche e soprattutto costruire spazi per i più giovani, per la loro creatività, per il loro estro e il loro dinamismo.
Nessuna società è mai cresciuta mortificando i suoi eredi, modernizzare il paese significa anche e soprattutto partire da qui.
Dipende soltanto da noi, perché scegliendo l’impegno politico assumiamo la consapevolezza che nessuno spazio è concesso. Ma che per rinnovare bisogna essere migliori, più bravi e più forti di chi si intende sostituire alle leve del comando.

Per una nuova cultura politica

Tanto l’economia quanto la società italiana si presentano complessivamente restie ad assecondare l’innovazione, sia che essa riguardi nuovi processi produttivi, nuove tecnologie e prodotti, sia che riguardi l’accesso delle donne e dei giovani al mercato del lavoro o alle professioni liberali. Eppure assecondare il progresso e la diffusione della conoscenza, la capacità di tutti di accedere al ruolo sociale che si desidera e che si merita, la parificazione delle condizioni di vita e di occupazione dei generi, sono i soli elementi che hanno apportato una qualche forma di dinamismo alle società evolute e l’unica strada per sottrarsi alla legge dei rendimenti decrescenti.
Sui giovani riformisti di questo paese grava pertanto un onere pesante e meraviglioso.
Costruire quell’organizzazione giovanile popolare, a vocazione europea e riformatrice, che abbia le dimensioni e la forza per proporre e sostenere un grande progetto generazionale per il rinnovamento del paese, una forza politica giovanile inedita per la storia e per la tradizione italiana, che possa essere da esempio anche oltre i nostri confini.
Il Partito Democratico rappresenta la più grande innovazione politica europea. In esso la nostra generazione, ha dimostrato di credere fortemente.
Oggi, a partire da una prospettiva generazionale, possiamo essere noi il pezzo di società italiana che più convintamene fa vivere e da corpo al progetto politico di aggregare i giovani italiani attorno al simbolo e ai valori del Partito Democratico.
Per questo, noi, giovani democratiche e democratici, cittadini italiani o giovani immigrati, donne e uomini dell’Italia di domani, diamo vita alla più grande organizzazione politica giovanile italiana.
Una grande organizzazione moderna, che sia il sogno e l’approdo che migliaia di ragazzi e ragazze perseguono da tempo.
Un’organizzazione politica autonoma ed affiancata al partito Democratico, in cui finalmente ciascuno si senta a casa, e non ospite di una carovana perennemente in transizione.
Un corpo ampio e solidale di iscritti, militanti, simpatizzanti, semplici sostenitori, che svolga, nell’interesse generale della nazione, la funzione di rappresentare i giovani italiani che credono nel progresso della civiltà e della scienza, nella ragione, nella pace tra gli uomini e le nazioni, nel valore del lavoro e nella sua difesa, nei diritti umani e civili, nella libertà, nella difesa degli ultimi, dei meritevoli, nella democrazia e nel mercato, nella costruzione di un mondo più equo ma anche e soprattutto più vivibile, da lasciare a chi verrà dopo.
Costruire un mondo migliore è l’aspirazione primaria che nutre l’impegno politico: cambiare la realtà partendo dalla propria strada o dal proprio quartiere. Per questo costruiremo un’organizzazione forte e radicata, capace di essere presente dovunque, dalle scuole alle università, dai luoghi di lavoro a quelli della cultura, ci siano dei giovani cittadini pronti a impegnarsi per un ideale di progresso per i popoli e per gli uomini, nelle dinamiche e produttive città del nord, come nelle troppo spesso dimenticate terre del Mezzogiorno.
L’Italia avrà ancora un posto tra i grandi della terra; per questo obiettivo, per il suo raggiungimento, perché questo contribuisca a favorire lo sviluppo delle nazioni, la pace tra i popoli, la diffusione del benessere e della democrazia, la sostenibilità ambientale ci diciamo giovani democratici e in nome di questi valori costruiremo protagonismo e spazi per una generazione intera.
Una generazione nata politicamente dopo il 1989 che oltre a sentirsi italiana si sente pienamente e consapevolmente europea e che in Europa trova il luogo naturale in cui manifestare la sua vitalità e il suo protagonismo; una generazione che vive la mobilità come condizione permanente della propria esistenza che declina i valori europei come consituency di una nuova identità generazionale e collettiva.
Un nuovo grande soggetto “generazionale” dove la laicità possa essere la grammatica comune delle forze costituenti, la koiné minimale della convivenza, ma dove tutti e ciascuno vedano rispettati i propri orientamenti, le proprie convinzioni religiose, etiche, morali. I “tempi nuovi” preconizzati da Aldo Moro sono già in noi. Essi, tuttavia, necessitano di essere guidati; con le emozioni forti di chi sa sognare ad occhi aperti e con la concretezza che accetta la sfida di trasformare i sogni in realtà.
La storia d’Italia è stata la storia dei giovani italiani.
Dei giovani soldati morti armi in pugno a Cefalonia, come dei ragazzi che hanno animato le Brigate Partigiane. Dei “professorini” alla Costituente, delle giovani generazioni che hanno incarnato il movimento degli anni sessanta senza poi cedere alle tentazioni del terrorismo.
Ma è anche quella di tanti ragazzi normali, di storie, destini e volti che nel vivere l’ogni giorno del nostro Paese, l’hanno fatto grande. Giorgio La Pira, nel ricordare il giovane assessore Nicola Pistelli, fece affiggere sui muri di Firenze un manifesto semplice con scritto “da un piccolo chicco di frumento cresceranno tante spighe di grano nuovo”.
Oggi noi seminiamo quel chicco. Sul solco tracciato dai padri che hanno scritto la Costituzione e fondato la Repubblica.
Oggi noi sfidiamo i ragazzi e le ragazze che vivono il presente ad essere all’altezza del passato per costruire un grande futuro.
Facendo incontrare cuore e mente, idee e progetti, passione e realtà. Chiediamo alla nuove generazioni che abitano il presente di mettersi in gioco, di essere generazione di governo, di scrivere un pezzo importante di storia della nostra comunità, di rifiutare il nulla, il poco e il menopeggio.
Di scegliere il coraggio, la partecipazione, il confronto.
Di essere, insieme a noi, coloro che cambiano l’Italia.
Di essere insieme a noi, Generazione Democratica.

Per fare buona politica non c'è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l'impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l'essere un buon affare.


Piero Calamandrei