martedì 28 luglio 2009

domenica 26 luglio 2009

Figlio del giudice costituzionale a capo dell'Aviazione Civile


La storia è questa: un avvocato di 44 anni è promosso alla guida di un importante ente pubblico mentre il padre, giudice, è impeganto in una decisione assai delicata che riguarda il ministro che ha proposto e ottenuto la nomina del figlio. Probabilmente si tratta solo di una coincidenza, uno di quegli incroci temporali che neppure il diavolo riuscirebbe a mettere in piedi. Probabilmente. E al bando i maligni, chi ci vuole vedere altro, piani e strategie. Magari scambi di favori, ohibò. E però la storia va raccontata tutta. Per filo e per segno. Il 4 di giugno l’avvocato Alessio Quaranta, 44 anni, sposato, due figli, professionista stimato, un curriculum segnato dai ruoli dirigenziali all’interno dell’Enac, diventa n°1 dell’Ente nazionale di aviazione civile, l’organismo che decide tutto in materia di voli, aeroporti e licenze e sicurezza. Insomma, un Signor incarico. La nomina di Quaranta viene fatta dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro competente, Altero Matteoli ( Trasporti). Un paio di settimane dopo, anche se i giornali ne parlano solo il 9 luglio, succede che un altro Quaranta, Alfonso padre di Alessio e giudice della Corte Costituzionale, partecipa al voto che in qualche modo “assolve” proprio il ministro Matteoli dall’accusa di favoreggiamento. Qui serve una parentesi. Perchè c’è una storia nella storia. Nel 2004 il ministro Matteoli è accusato di favoreggiamento dalla procura di Livorno per aver avvisato il prefetto di un’indagine a suo carico per presunti abusi edilizi relativi alla costruzione di un residence all’isola d’Elba. All’epoca Matteoli è ministro dell’Ambiente e in quanto tale chiede alla Giunta per la autorizzazioni a procedere di deliberare che «i fatti a lui ascritti siano dichiarati attinenti alle sue funzioni ministeriali». Nel frattempo il tribunale di Livorno, dopo che il Tribunale dei ministri di Firenze si era spogliato del procedimento perchè non si trattava di reato ministeriale, rinvia a giudizio il ministro per favoreggiamento. Matteoli si oppone, investe della questione la Giunta della camera che solleva il conflitto di attribuzione di poteri presso la Corte Costituzionale. La quale, e torniamo a oggi, decide di rinviare tutto alla Giunta della Camera. Ma quella della Consulta non è stata una decisione serena. Anzi. E’ stata presa a maggioranza - è ipotizzabile una conta di 8 sì e sette no - e ha registrato la contrarietà del vicepresidente della Corte Ugo De Siervo che, pur essendo il relatore, non scriverà le motivazioni di una scelta che non condivide. Non si capisce infatti come possa essere una prerogativa ministeriale avvisare una persona di essere sotto inchiesta. E’ un fatto che la decisione della Corte sta facendo molto discutere nel merito. E inquieta sapere che uno di quei giudici che hanno deciso, in un modo o nell’altro, su una sorta di Lodo Matteoli, è il padre di un professionista che lo stesso Matteoli ha appena promosso. Coincidenze. E malignità. Nulla di più. Che però non finiscono qua. Infatti l’ex dg di Enac, Silvano Manera, ex comandante di Alitalia, è candidato a diventare consulente dello stesso ministro Matteoli. Insomma, tutti contenti e nessuno a piedi.Il caso Matteoli slitta a settembre. Sarà la Camera a decidere se il reato è ministeriale o meno. Resta aperto il caso Consulta: dopo la cena a casa del giudice Mazzella con il premier, il sottosegretario e il ministro della Giustizia, arriva ora il caso Matteoli-Quaranta. E a ottobre, sempre la Consulta, dovrà decidere sulla costituzionalità del Lodo Alfano. In pratica se processare il premier oppure no.


giovedì 23 luglio 2009

Sulle tracce dell'Uranio..

OBAMA E LA RIFORMA SANITARIA


WASHINGTON - Il presidente Barack Obama ha
lanciato la sfida forse finora più ambiziosa della sua presidenza: la grande riforma del sistema sanitario americano "arriverà entro il 2009".

In una conferenza stampa in prima serata, la quarta nei suoi sei mesi di presidenza, l'inquilino della Casa Bianca ha detto agli americani che "la riforma della sanità è essenziale per il salvataggio della economia: senza questa riforma si rischia di sbancare il bilancio federale" a causa degli aumenti vertiginosi dei costi degli aiuti sanitari agli anziani (Medicare) e ai poveri (Medicaid). "Il prezzo del non far nulla è troppo alto", ha affermato.

La riforma, una delle grandi promesse elettorali di Obama, sta incontrando difficoltà al Congresso: i repubblicani e i democratici conservatori temono che il costo della estensione a tutti gli americani della copertura sanitaria possa pesare troppo profondamente sul deficit federale.

Secondo Obama è possibile evitare questo problema usando meglio i fondi già disponibili (coprendo due terzi delle spese) e tassando i più ricchi (il terzo mancante dei costi). Il presidente Usa ha ribadito che la riforma non dovrà essere pagata dalla classe media, un'altra sua promessa elettorale.

Ai repubblicani che invitano Obama a rallentare i tempi, per studiare meglio le proposte ed evitare una riforma frettolosa, il presidente ha risposto mercoledì che la sua fretta è dettata "dalle lettere che ricevo ogni giorno dalle famiglie che vengono martoriate dai costi della salute e che mi chiedono: puoi aiutarci?".
Obama ha accusato i repubblicani di voler "giocare alla politica" bloccando la riforma nella speranza "di farmi a pezzi". "Una cosa deve essere chiara: il problema non deve essere centrato sulla mia persona - ha affermato con tono duro Obama - Io ho una grande assicurazione sanitaria. Così come ogni membro del Congresso. Il problema urgente è quello degli americani che sono senza copertura sanitaria".

I sondaggi mostrano una caduta di popolarità di Obama, soprattutto sulla sua gestione della difficile battaglia per estendere la protezione sanitaria a 47 milioni di americani che ne sono privi.
Obama ha dato la risposta più secca della serata ad una giornalista che gli ha chiesto un parere sulla vicenda di un professore nero di Harvard arrestato dalla polizia per essere entrato in casa sua: gli agenti hanno agito "in modo stupido", ha detto il presidente, aggiungendo che è "un fatto" che negli Usa afro-americani e ispanici sono arrestati in numero "sproporzionatamente alto" rispetto ai bianchi. (ansa)

martedì 7 luglio 2009

DEMOCRATICI IN FORMAZIONE


Da venerdì 17 luglio a domenica 19 luglio presso il Centro Polifunzionale di Sondalo (via Verdi, 2) si svolgerà il PROGETTO DI FORMAZIONE DEL PD LOMBARDO organizzato in collaborazione con i Giovani Democratici Lombardi con tanti ospiti tra cui:

MASSIMO CACCIARI,
GIOVANNI BIGNAMI,
MARIA BERRINI,
ANNA PUCCIO,
ROBERTO DELLA SETA,
TITO BOERI,
MATTEO COLANINNO,
STEFANO FASSINA,
PIERLUIGI BERSANI,
DARIO FRANCESCHINI.

Il corso è aperto a tutti gli amici, ai giovani del Partito Democratico, agli iscritti, ai dirigenti del partito…

PROGRAMMA COMPLETO: link

altri contatti:

[MAIL] gd_sondrio@libero.it


Per fare buona politica non c'è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l'impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l'essere un buon affare.


Piero Calamandrei