martedì 23 dicembre 2008

Considerazioni sulla Prima Assemblea Nazionale dei Giovani Democratici
Nel raggiungere la Capitale, sentimenti contrastanti mi animavano: da una lato, non mi aspettavo nulla dalla prima Assemblea nazionale dei giovani democratici, convinta che i grandi numeri non avrebbero facilitato il confronto; dall’ altra, un barlume di speranza nascosto nel profondo e che forse non volevo comunicare neppure a me stessa mi incoraggiava a vivere al meglio la giornata romana che mi attendeva.
Nel corso della giornata gli interventi sono stati molteplici (dai tre segretari non eletti a Roberto Speranza e Pina Picierno, passando per una moltitudine di ragazzi provenienti da diverse regioni italiane), ma quelli che mi hanno più colpito sono stati i discorsi tenuti in mattinata da Fausto Raciti e Walter Veltroni. La mia preferenza per queste due riflessioni è dovuta, oltre che per i contenuti, per il clima nel quale si sono svolti, con una platea attenta e coinvolta. Il clima pomeridiano ha infatti subito una sorta di degenerazione, dovuta da un lato all’ utilizzo da parte di alcuni partecipanti, di toni accesi e ed eccessivi e dall’ altro alle discussioni interne sorte in merito alla votazione del sistema per la ripartizione dei membri della direzione nazionale. Questi dibattiti al momento della votazione mi hanno disgustato, perché dopo un’ intera giornata trascorsa a parlare di rinnovamento, mi sono sembrati sterili e fuori luogo molte polemiche dovute alla spartizione di poltrone e poltroncine.
Tutto sommato, nonostante queste alterazioni del clima, la partecipazione all’ assemblea costituente è stata per me un’ esperienza positiva, che mi ha dato modo di confrontarmi con realtà differenti dalla nostra (quali possono per esempio essere quelle del sud Italia) e mi ha regalato piacevoli momenti di condivisione.



Per quanto riguarda gli interventi all’ assemblea; il primo, quello del segretario dei Giovani Democratici Fausto Raciti, ha supportato le mie speranze poiché ha rimarcato, nelle sue battute finali, la fondamentale importanza, per tutti noi, del diritto alla speranza, che in più occasioni nel corso della storia è divenuto forza motrice di cambiamenti.
Il nostro Segretario, in seguito a diversi riferimenti all’ odierna situazione di crisi, si è soffermato sul ruolo della nostra generazione in questo contesto. Una generazione che sarà il futuro, ma che è anche la forza del presente. Una generazione che vuole essere raccontata e che si racconta attraverso il sogno negato di lavoro, casa e famiglia.
Raciti, dopo aver evidenziato il valore del territorio, ha analizzato le difficoltà legate alla questione morale sottolineando la necessità di una risposta forte da parte del Partito Democratico.
Il Segretario ha poi rimarcato l’ importanza, nel processo di rinnovamento del Partito, dell’ autodeterminazione di ognuno, così che i giovani possano emergere per quanto valgono e non per affermazione di diritti di successione di vario tipo.
Nel concludere Raciti ci ha investito di molta responsabilità affermando che se alle prossime Amministrative vi sarà un successo da parte del nostro partito sarà soprattutto grazie a noi giovani e auspicando che la nostra sia una generazione di guerrieri, e non di soldati.

Il secondo intervento, che mi ha favorevolmente impressionato, è stato quello del Segretario del Partito Democratico Walter Veltroni. Idee e intenti simili a quelle di Raciti, ma con una verve differente, più consapevole e matura. Veltroni sembrava diverso dal solito; non nominava Berlusconi come “il principale esponente dello schieramento a noi avverso“, anzi rispondeva perfettamente alle mie aspettative (nel mio intimo infatti continuavo a chiedergli di “dire qualcosa di sinistra”) : era accanito, passionale, deciso ad esprimere con forza le proprie idee e a tener vivi sogni e speranze.
Veltroni si è soffermato sulla piaga della disuguaglianza sociale e sulla necessità di un’ innovazione riformista che si basi su una rete di finanziamenti mirati all’ istruzione (“education is the key”), su tematiche ambientali, legalità ed etica della responsabilità.
Dopo la lettura di uno striscione appeso da alcuni ragazzi che recitava “Walter tieni fuori corrotti e corruttori”, la presa di posizione da parte di Veltroni è stata forte e decisa: egli ha sottolineato che vuole un Partito Democratico di gente per bene, senza capibastone ma a favore di giustizia e legalità, e non del giustizialismo.
L’ intervento di Veltroni si è infine concluso con un discorso sulla rilevanza della politica a livello territoriale. Il Segretario ha infatti precisato come sia fondamentale il contributo territoriale nel far politica, così che le decisioni non siano calate dall’ alto, bensì ragionate e condivise da un consenso che nasce e si sviluppa nella base della buona politica, e non nelle segreterie di partito.



Gli interventi di Raciti e Veltroni mi hanno dato molto sia dal punto di vista umano che politico: mi sono ritrovata nelle tematiche affrontate e i due Segretari mi hanno portato ad avere maggiore fiducia in una possibile stagione di rinnovamento a cui prender parte con forza.
Inoltre, il fatto che entrambi abbiano sottolineato l’ importanza a livello politico, del territorio, mi ha sostenuto nel desiderio di condurre con sempre maggiore energia l’ esperienza del nostro gruppo da poco nato, nella convinzione che dobbiamo essere espressione di novità e sempre più farci conoscere a livello territoriale, perché molti altri giovani potrebbero unirsi a noi nella creazione di un percorso comune.
Altro tema toccato da entrambi è stato quello della speranza e dell’ ottimismo- mi è qui sembrato di sentir parlare due giovani (non, si intende, che Raciti e Veltroni siano degli anziani..), due tre noi con il cuore colmo di speranze. Sì, perché le speranze in me si agitano sfiorandosi l’ una con l’ altra, ma sempre timorose di essere spazzate via dalla politica; e quando invece la politica le accoglie e le supporta, si rincuorano vicendevolmente.
In riferimento alla nostra realtà, mi è sembrato di grande interesse il monito di Raciti a divenire una generazione di guerrieri e non di soldati; una generazione di ragazzi che prendano parte anche ai processi decisionali delle proprie realtà, non restando in disparte con il rischio di incorrere in una sorta di isolazionismo, ma combattendo perché le proprie idee siano ascoltate e discusse.
Le prese di posizioni di Raciti e Veltroni sono state forti, reali e decise e hanno consegnato a noi giovani una grande responsabilità: quella di essere, oltre che il futuro, sul quale un investimento potrà dare grandi frutti; il presente, un presente che deve essere la forza del suo tempo e manifestarla in tutte le sue sfaccettature.


Scusatemi per l' interminabile intervento, spero di non avervi annoiato troppo...
Buonagiornata a tutti!
Marghe

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