sabato 17 gennaio 2009

I Giovani Democratici intervengono sulla Casa dello Studente

Leggiamo in questi giorni sui quotidiani locali che uno studente universitario residente in Provincia di Sondrio non ha potuto usufruire degli appartamenti forniti dall'amministrazione provinciale nella città di Milano perché sprovvisto della cittadinanza italiana. Come movimento "Giovani Democratici della Provincia di Sondrio" desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà ed il nostro appoggio alle associazioni "Avvocati per niente" e "Naga", che hanno contestato il carattere discriminatorio del requisito, chiedendo che anche gli studenti residenti in Provincia di Sondrio da più di 5 anni (come previsto dal bando di assegnamento degli alloggi) ma privi di cittadinanza italiana possano accedere agli appartamenti destinati a chi è più economicamente disagiato. Abbiamo salutato con favore la risposta data dall'assessore Carabini alle associazioni, in cui si assicurava che dal prossimo anno il requisito in questione sarebbe stato eliminato e che la modifica non è stata apportata già da quest'anno soltanto perché non è possibile modificare un bando già pubblicato.
A spegnere il nostro entusiasmo è però giunta una dichiarazione di ben altro carattere del Presidente della Provincia, che ci ha lasciati semplicemente allibiti. Nella propria comunicazione alla stampa, il Presidente ha dichiarato (citiamo testualmente) che trova "provocatorio mettere in discussione il diritto che viene dall'essere cittadini italiani rispetto a chi non lo è"; a parte l'evidente confusione tra "diritto" (che spetta a tutti) e "privilegio" (che appartiene solo ad alcuni), riteniamo che sia assolutamente inaccettabile dividere gli studenti in "serie A", dotati di cittadinanza e che quindi hanno accesso alle agevolazioni provinciali, e "serie B", che pur affrontando gli oneri dello studio nelle università milanesi (a cui si aggiungono i costi degli spostamenti tra provincia di Sondrio e capoluogo lombardo) non possono ambire ad essere aiutati dalla propria provincia perché privi di cittadinanza italiana.
Il Presidente della Provincia proseguiva poi, sempre con gli stessi toni, aggiungendo dichiarazioni inequivocabili: "trovo illegittimo ed aberrante accusare di discriminazione una scelta amministrativa rivolta a favorire i giovani della mia provincia che prima di tutti hanno il diritto di essere aiutati dai propri amministratori". La cosa ci lascia senza parole: chi abita in Provincia di Sondrio da anni, studia e compie sacrifici non è degno di essere considerato un "giovane della sua provincia" se non è italiano al 100%? Al di là della palese violazione della legge Bossi-Fini (che qualifica come discriminazione l'escludere cittadini stranieri dall'acceso all'alloggio ed all'istruzione), è lo spirito che sostiene la norma della Provincia ad apparirci moralmente ingiustificabile, e che ha destato la nostra più viva indignazione.
La dichiarazione del Presidente Provera si concludeva con la promessa che avrebbe "difeso il valore della cittadinanza in ogni sede"; peccato che, a giudicare dalle sue dichiarazioni, la cittadinanza per lui sia una sorta di titolo nobiliare, capace di garantire a chi ne è in possesso privilegi e vantaggi su chi ha avuto la sfortuna di non essere nato "sangue blu". Non è esattamente lo spirito con cui la Costituzione definisce i diritti dei cittadini; senza contare che è stato proprio un organo della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Ufficio nazionale anti-discriminazione razziale (UNAR) a denunciare l'illegittimità della situazione.
In conclusione, ci auguriamo che il Presidente della nostra Provincia si faccia un esame di coscienza, e si unisca alle dichiarazioni del suo assessore Carabini, che -lo ricordiamo ancora- ha invece dichiarato che il requisito della cittadinanza italiana sarà eliminato già dal prossimo bando, come la legge italiana (ed il semplice buonsenso) richiede.
Giovani Democratici

1 commento:

Unknown ha detto...

Vi ringrazio perchè c'era bisogno di una presa di posizione forte sulla solita esternazione di Provera. Ben fatto!


Per fare buona politica non c'è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l'impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l'essere un buon affare.


Piero Calamandrei